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Quali sono i 50 stati europei? Guida aggiornata, curiosità e cosa sapere

Una guida approfondita sui 50 stati sovrani del Vecchio Continente, tra geopolitica, eccezioni e curiosità. Conosci davvero la nostra Europa!
L’Europa è un groviglio meraviglioso di storie, popoli, guerre, rinascite e, sì, anche di confini che non stanno mai fermi troppo a lungo. Cinquanta stati – più o meno, perché la matematica geografica non è mai una scienza esatta da queste parti – fanno di questo continente un laboratorio vivente di politica, cultura e, diciamolo, anche di assurdità burocratiche.
Saperli elencare non è solo un esercizio di memoria, ma una piccola avventura tra le pieghe di secoli di cambiamenti.
Respira. Qui si parla d’Europa per davvero, senza filtri, senza retorica da libro di scuola, ma con la voglia di mettere in fila tutto ciò che serve: paesi, anomalie, paradossi e pure qualche aneddoto che non troverai facilmente su Wikipedia.
Cosa si intende davvero per Stato europeo
A dirla tutta…
Non basta piantare una bandiera in un prato per chiamarsi Stato europeo. Serve riconoscimento internazionale, governo stabile, confini almeno più o meno chiari e una popolazione che si riconosce, almeno in parte, in quello Stato. Suona facile, eppure qui il gioco si fa complicato.
Alcuni paesi stanno “tra” Europa e Asia (è il classico discorso da bar, quello: dove finisce uno e inizia l’altro?). Altri si sono guadagnati l’indipendenza dopo guerre, referendum o compromessi che spesso non sono piaciuti a tutti.
C’è chi parla di 47, chi di 51. Noi stiamo su 50 perché così la tradizione internazionale la mette giù, anche se ogni tanto qualcuno storce il naso. Ma, davvero, nessuno ti manderà i carabinieri se ne conti uno in più o in meno. Succede, e anche ai migliori.
Una questione di organizzazioni
Unione Europea? Sì, ma non sempre. Schengen? Quasi, ma nemmeno qui funziona per tutti. Essere “stato europeo” non vuol dire automaticamente far parte dei grandi club continentali. Alcuni ne fanno parte, altri restano fuori per motivi politici, economici o… storici. E spesso chi non c’è non è detto che ci tenga poi così tanto.
La tabella: eccoli qui, i 50 stati europei
Questa è la lista ufficiale aggiornata. Puoi fidarti: è frutto di incroci tra fonti ONU, Consiglio d’Europa, Unione Europea e qualche discussione con amici fissati con i quiz di geografia. Se vuoi, stampala e mettila sul frigo.
| Albania | Andorra | Armenia | Austria | Azerbaigian |
| Bielorussia | Belgio | Bosnia ed Erzegovina | Bulgaria | Cipro |
| Croazia | Danimarca | Estonia | Finlandia | Francia |
| Georgia | Germania | Grecia | Irlanda | Islanda |
| Italia | Kazakistan | Kosovo | Lettonia | Liechtenstein |
| Lituania | Lussemburgo | Macedonia del Nord | Malta | Moldavia |
| Monaco | Montenegro | Norvegia | Paesi Bassi | Polonia |
| Portogallo | Regno Unito | Repubblica Ceca | Romania | Russia |
| San Marino | Serbia | Slovacchia | Slovenia | Spagna |
| Svezia | Svizzera | Turchia | Ucraina | Ungheria |
Se ne manca qualcuno? Probabile che tu abbia in mente città-stato, territori particolari o qualche nazione non riconosciuta. E infatti, ne parliamo subito.
Europa o Asia? Sì, ma anche no
Quei paesi che vivono di traverso
Lo sapevi che la Russia è sia in Europa che in Asia? Una volta, parlando con un professore di storia russa, mi raccontò che “in Russia ci sono almeno tre Europe diverse e nessuna delle tre è mai d’accordo con l’altra”. Esagera, forse. Ma rende l’idea.
Poi ci sono Turchia, Georgia, Armenia, Azerbaigian, Kazakistan. Sono tutte lì, tra due mondi. A volte preferiscono sentirsi europee, soprattutto quando si tratta di calcio (mai visto il Galatasaray giocare contro una squadra asiatica, vero?). Però, culturalmente, dipende tutto da chi te lo chiede e in che giorno della settimana.
Microstati e giganti: la strana compagnia
San Marino è uno degli stati più vecchi del mondo, una repubblica incastrata tra le colline dell’Emilia-Romagna. E poi c’è Monaco, il paradiso dei milionari (o meglio, dei loro yacht), e Liechtenstein, che una volta all’anno apre i cancelli del castello per offrire vino ai cittadini. Una tradizione vera, non leggenda.
Sul fronte opposto, la Russia si prende metà della mappa. Sembra quasi barare, ma nessuno ha mai trovato il coraggio di dirglielo. In mezzo, paesi come la Polonia o la Spagna che cambiano umore e governo almeno una volta a generazione, e ogni tanto ricordano agli altri che anche loro hanno avuto il loro impero.
Ma allora, chi è dentro e chi è fuori?
Stati parzialmente riconosciuti
Il Kosovo: se ne parla nei corridoi delle Nazioni Unite come se fosse l’ospite che tutti vedono ma non tutti salutano. Per molti, è indipendente dal 2008. Per altri, soprattutto Serbia e alcuni alleati storici, la storia non è ancora finita. La verità? Dipende da chi risponde e da che parte del mondo ti trovi.
Altri nomi che ogni tanto saltano fuori: Transnistria, Abcasia, Ossezia del Sud, Nagorno-Karabakh. Tutte realtà che esistono, funzionano (più o meno), hanno governi, presidenti, monete e bandiere. Però il riconoscimento internazionale è un’altra storia. E qui il diritto internazionale si fa filosofia.
Il Vaticano, fuori classifica
Il Vaticano è tecnicamente uno stato, sì, ed è anche quello più piccolo al mondo. Ma non è incluso nella lista dei cinquanta stati europei “ufficiali” perché la sua funzione è diversa, unica, legata alla Chiesa e non tanto alla politica internazionale. Però, se sei a Roma e ci passi accanto, sentirai parlare almeno una dozzina di lingue in pochi minuti. Segno che qui la geopolitica fa davvero rima con spiritualità.
Unione Europea, Schengen e compagnia bella
C’è chi c’è e chi non ci sarà mai
Su trent’anni di Unione Europea, quante volte hai sentito la frase “allargamento a Est”? Un classico. Oggi l’UE conta 27 paesi membri: un club che si è fatto largo tra allargamenti, crisi, Brexit e trattative infinite. Ma no, non tutti i cinquanta stati europei ci stanno dentro.
Alcuni – tipo la Norvegia – hanno detto “no, grazie”, ma poi partecipano a tutte le riunioni che contano. Altri, come la Svizzera, fanno i neutrali e però ci sono sempre quando si tratta di banche, treni e formaggi. C’è chi aspetta (da anni) di entrare, come la Serbia o la Macedonia del Nord. Lì la trafila burocratica sembra un film che non finisce mai.
Schengen: libertà sì, ma non per tutti
La zona Schengen è quella dove, se vuoi, puoi attraversare sei paesi in auto senza dover mostrare il passaporto a ogni confine. Una cosa da provare, almeno una volta. Ma non per tutti. L’Irlanda fa eccezione (per ragioni storiche), e anche la Romania è rimasta fuori a lungo, pur essendo nell’UE. A volte ci sono ragioni tecniche, a volte politiche, spesso entrambe.
E poi ci sono microstati come San Marino o Monaco che, pur non avendo frontiere vere, stanno di fatto nella zona Schengen grazie ad accordi speciali con i vicini più grandi.
Record, storie strane e numeri che stupiscono
I grandi numeri, ma anche i piccoli
La Russia – l’abbiamo già detto, ma non basta mai – è lo stato più esteso d’Europa, anche se più della metà sta dalla parte “sbagliata” degli Urali. Il Vaticano è invece l’ultimo della fila: meno di mezzo chilometro quadrato, meno di mille abitanti. Sembra uno scherzo, ma non lo è.
La Germania conta più di 80 milioni di persone, mentre l’Islanda supera di poco i 370 mila. E in mezzo ci sono paesi che, almeno sulla carta, hanno più pecore che persone. Sì, la battuta sull’Islanda è vecchia, ma chi ci è stato lo sa: è vera.
Identità in movimento
Ogni stato ha una storia che va ben oltre i confini segnati sulle mappe. Prendi la Bosnia ed Erzegovina: una federazione nata da un conflitto sanguinoso, oggi mosaico di etnie e culture che convivono con mille compromessi. O la Moldavia, divisa tra Europa e tentazioni russofone. Senza contare la Cipro spaccata in due, con una parte che si sente greca e l’altra che parla turco.
Chi viaggia lo vede subito: cambiano le lingue, le cucine, i cartelli stradali, pure i modi di salutare. Ma in fondo, sotto tutto questo, c’è una storia comune fatta di scambi, commerci, invasioni, migrazioni.
Dipendenze, isole e le stranezze della geopolitica
Ci sono territori che non sono veri stati, ma hanno un’identità fortissima. Le isole Fær Øer si governano da sole, ma sono sotto la Danimarca. Gibilterra è un pezzetto di Regno Unito in Spagna, con la sterlina e il telefono rosso, ma il clima da Andalusia. Le isole Åland, in Finlandia, parlano svedese e hanno leggi tutte loro.
Tutti questi territori non fanno parte dei cinquanta stati ufficiali, ma se chiedi agli abitanti, molti ti diranno che “qui è un altro mondo”. Ed è vero. Prova a ordinare una birra o a chiedere informazioni in aeroporto: la risposta ti farà capire subito dove sei finito.
Ma allora, perché conta conoscere i cinquanta stati europei?
Te lo dico chiaro: perché oggi, con la globalizzazione, i social, il turismo, lo smart working e tutto il resto, conoscere la carta d’identità vera dell’Europa aiuta. Non solo per passare un esame o vincere a Trivial Pursuit, ma per capire come si muove la politica, perché certe crisi accadono sempre nelle stesse zone e come mai certe alleanze sembrano impossibili… finché non si fanno.
E poi c’è il lato pratico. Lavori in export? Ti serve sapere se la tua merce passa da una dogana o meno. Vai in vacanza? Capire se ti serve il passaporto o basta la carta d’identità è fondamentale. Hai amici in giro per il mondo? Saper distinguere tra Macedonia, Macedonia del Nord e regione greca di Macedonia evita figuracce epiche.
E alla fine, guardare la mappa e riconoscere quei cinquanta stati europei – con le loro storie, le loro lingue, i loro paradossi – significa capire meglio il presente. E magari, se ti va, anche il futuro.
🔎 Contenuto Verificato ✔️
Questo articolo è stato redatto basandosi su informazioni provenienti da fonti ufficiali e affidabili, garantendone l’accuratezza e l’attualità. Fonti consultate: Nazioni Unite, Commissione Europea – Schengen, Governo dei Paesi Bassi – EU, EEA, Schengen, Reuters – Schengen Bulgaria e Romania, Reuters – Candidature UE.

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