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Quando parte davvero la stagione sciistica 2025–26?

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stagione sciistica 2025–26

Crediti foto: Freepik

La neve è arrivata sull’arco alpino e la stagione 2025–26 si prepara a scattare con anticipo in più località rispetto al passato. Alla data del 28 ottobre 2025, diversi comprensori ad alta quota hanno già acceso una parte degli impianti grazie alle nevicate e alle temperature in calo, mentre l’avvio “ufficiale” per la maggior parte delle mete resta fissato al 6 dicembre, nel lungo weekend dell’Immacolata. In mezzo ci sono date chiave a fine novembre, riaperture progressive e una serie di novità che contano davvero per chi scia: nuovi impianti, servizi digitali, un’impostazione più rigorosa sulla gestione dei flussi, prezzi in lieve aumento ma con promozioni mirate. Non è soltanto una partenza: è una stagione che porta in dote l’effetto trainante delle Olimpiadi invernali Milano–Cortina 2026, con ricadute tangibili sulle piste, nei collegamenti e sull’organizzazione complessiva.

L’Italia, terzo mercato europeo per fatturato dopo Austria e Francia, muove circa 8 miliardi di indotto tra skipass, ospitalità, ristorazione, noleggio e attività collaterali. Quest’anno le aspettative sono alte, anzi, più alte del solito. La spiegazione è duplice: da un lato l’inverno è partito con un manto nevoso precoce in varie aree; dall’altro l’agenda olimpica ha imposto calendarizzazioni, lavori e standard che promettono un salto di qualità percepibile. Per chi sta scegliendo dove sciare nelle prossime settimane, i prossimi paragrafi entrano nel merito: dove si scia già, quando aprono gli altri e quanto si spende, con gli aggiornamenti più utili per pianificare al meglio.

Dove si scia già in Italia

La prima fotografia, concreta. Breuil-Cervinia/Valtournenche, in Valle d’Aosta, ha avviato l’operatività su una porzione del dominio: 11 km di piste attivi su 322 complessivi, con 6 impianti aperti su 51. La quota conta, e qui l’altitudine aiuta: i primi archi sugli sci sono già realtà, specie nelle fasce orarie più fredde in cui il manto tiene meglio. In Lombardia, al Passo dello Stelvio, si scia su 5 km con 4 impianti; il ghiacciaio conferma la sua vocazione “early season”, utile anche per allenamenti mirati e prime rimesse in moto dopo l’estate. In Alto Adige, in Val Senales, sono 3,5 km attivi su 42, con 3 impianti su 11: una base concreta per rispolverare i fondamentali, provare materiali nuovi e riprendere confidenza con curve e assetto.

Sono indicatori, certo, non la fotografia definitiva. Ma per chi ama anticipare la stagione o odia la calca, queste finestre di novembre sono spesso le più felici. Si scia con pendii più liberi, si trova posto nei rifugi senza ressa, si respirano i ritmi veri di montagna. Serve però un pizzico di duttilità: meteo, vento e temperatura possono suggerire aperture a scacchiera, con qualche pista che entra ed esce dall’operatività in base alle condizioni giornaliere.

Le date chiave di novembre e dicembre

Il 6 dicembre resta la cornice simbolica, ma la spinta vera arriverà già nel fine mese di novembre. Livigno apre ufficialmente il 29 novembre e annuncia una novità molto attesa: le piste resteranno operative anche durante le Olimpiadi, nonostante i riflettori sulle discipline di sci acrobatico e snowboard. Per la comunità locale e per gli ospiti è un segnale forte: la valle manterrà la propria vocazione turistica anche nei giorni più intensi dell’agenda sportiva.

Stessa data del 29 novembre per il via a Plan de Corones, forte di 121 km di piste e 31 impianti moderni: un gigante dell’Alto Adige che, anno dopo anno, ha costruito una reputazione solida su efficienza, innevamento programmato e servizi di livello. Cortina d’Ampezzo, sede olimpica, aprirà contestualmente le piste e la conca, puntando a garantire un’esperienza completa a residenti e visitatori. C’è un passaggio importante da segnare in agenda: dal 12 gennaio scatta la chiusura graduale della Olympia delle Tofane e Labirinti per gli allestimenti di gara. È un sacrificio temporaneo, pianificato, con un obiettivo chiaro: arrivare pronti alle competizioni. Per bilanciare, il servizio skibus e il trasporto pubblico locale saranno potenziati: spostarsi dovrà restare semplice, anche con i cantieri sportivi a pieno regime.

Sempre il 29 novembre è il giorno fissato per la riapertura fino a valle della Val Senales attorno a Maso Corto, mentre torneranno attivi piste e impianti anche in Val di Fassa e nel comprensorio Monterosa Ski 3 Valli (Val d’Ayas, Valle di Gressoney e la piemontese Alagna). È il pacchetto che, tradizionalmente, traghetta l’autunno verso l’inverno vero. Chi ama i “primi giri” può contare su pendii preparati, impianti rodati e una rete di rifugi che si riaccende con menù corti e curati, quelli che scaldano più delle stufe.

Olimpiadi Milano–Cortina: cosa cambia sulle piste

L’effetto olimpico non è uno slogan. Cortina, per fare un esempio concreto, ha messo a terra un piano operativo che punta a garantire la sciabilità turistica fino al cuore dell’inverno, con l’eccezione – necessaria – dei tracciati direttamente coinvolti nelle gare a partire da metà gennaio. Il piano mobilità potenziato, la segnaletica temporanea, il coordinamento tra impianti e forze locali: tutti tasselli che mirano a gestire al meglio picchi di domanda, logistica e tempi di percorrenza. L’obiettivo dichiarato è evitare stress da spostamento e permettere a chi scia di vivere l’atmosfera olimpica senza rinunciare a giornate piene.

Anche Livigno ha scelto una strada chiara: restare aperta durante i Giochi. Non è uno sforzo banale. Richiede programmazione, uomini, innevamento efficiente, gestione oculata dei flussi. Eppure è una promessa credibile per un territorio che negli anni ha dimostrato di saper orchestrare grandi eventi e turismo diffuso. Per il resto dell’arco alpino, l’effetto indotto si sentirà su prenotazioni, prezzi medi, richieste di servizi. Chi si muove per tempo, soprattutto sulle settimane di alta stagione tra Natale, Capodanno e Carnevale (15–22 febbraio), si mette al riparo da sorprese e trova ancora margini di risparmio.

Impianti: investimenti, nuove linee e cosa aspettarsi

Capitolo infrastrutture. Sono stati stanziati 300 milioni di euro per investimenti e innovazione negli impianti di risalita. Non è una cifra astratta: ha già nomi e cognomi. In Val di Fassa sta per entrare in funzione la funivia Col Rodella 3S: cabine con posti a sedere, stabilità al vento superiore e 18 veicoli capaci di trasportare circa 30 persone ciascuno. È il primo impianto italiano di questo tipo; un format che verrà replicato anche a Cervinia. Il valore pratico? Comfort, velocità di svuotamento delle code, maggiore affidabilità nei giorni esposti a raffiche e gelicidio.

Tra Arabba e il Belvedere di Canazei debutta la nuova cabinovia Lezuo a 10 posti: più capienza, migliore scorrimento, collegamenti che scorrono come dovrebbero nelle ore di punta. Nella skiarea Carezza Dolomites nasce la cabinovia Franzin, mirata a razionalizzare i flussi su un’area molto amata dalle famiglie e dalla clientela internazionale. Nel Comprensorio San Pellegrino, la storica seggiovia biposto Cima Uomo lascia spazio a una quadriposto: vale a dire meno attese e più relax nelle risalite intermedie, quelle che “fanno” la giornata quando si cerca di inanellare giri su giri.

Gli investimenti non si vedono soltanto nelle linee principali. Si moltiplicano gli interventi su stazioni di valle, aree imbarchi, sistemi di bigliettazione e innevamento. Si modernizzano depositi sci, si rivedono piste di rientro con allargamenti mirati per aumentare la sicurezza. È il tipo di upgrade che non sempre finisce nelle foto, ma che cambia la qualità percepita da chi scia tutti i weekend.

Parchi gioco, slitte e aree family: l’inverno per tutti

La Valle di Gressoney ha in cantiere un capitolo dedicato alle famiglie. A Gressoney-Saint-Jean il Baby Snow Park Sonne viene completamente rinnovato e ampliato: pedagogy on snow, tappeti più efficienti, percorsi che aiutano i piccoli a trovare equilibrio e coraggio, senza forzature. A Gressoney-La-Trinité debutta la pista di slittino Murmeltier: 550 metri serviti dalla seggiovia Moos, con illuminazione notturna per le aperture del mercoledì e sabato dalle 20:30 alle 22:30. È un’aggiunta intelligente: dà un’alternativa nelle giornate bianche, regala un’attività serale quando le gambe chiedono una pausa dagli sci e allarga l’orizzonte a chi viaggia con bambini o non sciatori.

Questa tendenza – affiancare allo sci alpino offerte complementari pulite e ben gestite – è uno dei cambiamenti più interessanti degli ultimi anni. Non si tratta di “riempitivi”, ma di esperienza montagna a 360 gradi: slitte, snowpark ripensati, percorsi tematici, aree principianti con didattica chiara. Più scelta, più valore. E meno pressione sulle piste principali quando l’affluenza sale.

Prezzi, skipass e offerte: quanto si spende davvero

Quest’inverno si registra un rincaro medio degli skipass tra il 2 e il 2,5%, con differenze a seconda delle località. Non un’onda lunga, ma un’oscillazione che si sente. La buona notizia è che in diverse aree tornano promozioni intelligenti. Nel Dolomiti Superski è confermata la formula “prima acquisti, meno paghi” per gli acquisti online: un incentivo forte a pianificare e bloccare la tariffa migliore. Nel comprensorio piemontese Vialattea – il più grande della regione e secondo in Italianessun aumento per lo skipass stagionale; per le altre tipologie, incrementi tra 2% e 5%. Ecco un valore di riferimento utile: un giornaliero in alta stagione acquistato online costa 56,50 euro (in bassa stagione 51,00 euro).

In Val Camonica, tra Aprica e Corteno, è attiva la formula “Piano famiglia”: fino al 5 novembre si possono acquistare a prezzo agevolato gli skipass stagionali, con ulteriori riduzioni per Senior, Junior e Baby e un bonus di cinque giornate nella ski area Ponte di Legno–Tonale. Le tariffe fissano la scala: 847 euro in prevendita (che diventano 892 dopo il 5 novembre) per gli adulti; 715 euro in prevendita (poi 753 a listino) per i Senior nati nel 1960 e precedenti; 598 euro anziché 630 per gli Junior (nati tra 2009 e 2017); 389 euro invece di 410 per i nati dal 2018.

Uno sguardo alla Valle d’Aosta: sciare costerà di più quest’anno. Lo skipass regionale passa da 1.460 a 1.515 euro (+3,8%). Stesso aumento percentuale per le altre categorie: over 65 e under 24 pagano 1.212 euro; per gli under 16 il prezzo sale da 1.022 a 1.061 euro. Sono numeri che aiutano a tarare il budget: chi punta a molte uscite può valutare stagionali e combi, chi prevede due o tre weekend trova ancora convenienza nei plurigiornalieri.

Servizi e tecnologia: dallo smartphone al treno

La digitalizzazione fa un passo concreto con l’entrata in servizio della tecnologia Bluetooth Low Energy per la vendita di skipass digitali giornalieri: basterà tenere lo smartphone nella tasca sinistra della giacca a vento e i varchi leggeranno il titolo, senza dover esibire tessere o QR. Riduce le code alle casse, semplifica la gestione dei gruppi, taglia gli attriti. Un dettaglio pratico: tasca sinistra significa posizionare il telefono sempre nello stesso punto per facilitare la lettura contactless. Chi usa cover metalliche o portafogli magnetici faccia una prova, giusto per non impuntarsi al primo tornello.

Capitolo trasporti: in Lombardia tornano i “treni della neve” con pacchetti integrati che includono biglietto ferroviario, navetta e skipass. È una soluzione concreta per chi vive in città, vuole evitare l’auto e preferisce una giornata light. Le destinazioni coinvolte toccano località come Aprica, Domobianca (in Piemonte), Madesimo, Piani di Bobbio e Chiesa in Valmalenco. Oltre alla sostenibilità ambientale, c’è un vantaggio economico: il pacchetto spesso costa meno della somma dei singoli servizi, e toglie di mezzo il parcheggio in quota. Una raccomandazione: prenotare con anticipo nelle settimane calde di dicembre e febbraio per assicurarsi posto e tariffa.

Sicurezza e sostenibilità: limiti e buone pratiche

La stagione 2025–26 porta anche scelte di gestione dei flussi più nette. Madonna di Campiglio introduce il numero chiuso sulle piste: nei periodi di massima affluenzaNatale, Capodanno e Carnevale (15–22 febbraio) – potranno sciare non più di 14.000 persone al giorno. È una misura che guarda a sicurezza e sostenibilità. Riduce gli eccessi nelle ore di punta, limita l’effetto “pista-autostrada” e tutela la qualità della sciata. Ci sono esenzioni importanti: nessuna limitazione per i possessori di skipass stagionali, per chi ha tessere pay-per-use, skipass plurigiornalieri (dal 2 giorni in su) e gli skipass interni Pinzolo e Folgarida Marilleva. Per tutti gli altri, conviene acquistare online per assicurarsi il posto nei giorni sensibili e non rischiare di restare fuori.

Sul fronte equipaggiamento e comportamento, vale la solita regola: casco, rispetto della segnaletica, controllo della velocità in pista, attenzione nelle piste di rientro nel pomeriggio quando la neve si sfibra. Chi torna sugli sci dopo mesi farebbe bene a prenotare un’ora di tecnica: due dritte su appoggi e centralità bastano a evitare gesti “economi” ma rischiosi. E chi programma fuori pista si affidi alle guide, consulti i bollettini nivologici e non improvvisi. La montagna premia la prudenza, sempre.

Pianificare adesso: mete, settimane e piccoli vantaggi

Dopo aver messo a fuoco dove e quando si scia, resta da capire come incastrare al meglio le uscite. Novembre offre finestre interessanti per allenarsi in quota, testare materiali e sfruttare l’aria pulita senza folla. Fine novembre è il momento in cui i grandi domini tornano a respirare: Livigno, Plan de Corones, Val di Fassa, Monterosa si rimettono a correre con più linee attive e una rete ristorativa completa. Dicembre è il mese “doppio”: prima metà agile e spesso più economica, seconda metà – tra 23 dicembre e 6 gennaio – da prenotare e programmare con cura. Chi ha libertà di calendario trova settimane di mezzo con neve buona e risparmi concreti.

Se l’obiettivo sono le Dolomiti, l’efficienza degli impianti appena aggiornati e le novità infrastrutturali promettono code più snelle anche nelle giornate piene. Arabba–Canazei, Carezza, San Pellegrino migliorano i colli di bottiglia storici, e la 3S del Col Rodella si candida a diventare un case study nazionale sulla gestione del vento. Se invece si cercano esperienze family e ritmi rilassati, la Valle di Gressoney con il Baby Snow Park Sonne rifatto e la slitta Murmeltier notturna offre un impasto riuscito tra sci e gioco.

Effetto prezzi: come leggere gli aumenti senza farsi male

Gli incrementi del 2–2,5% sul giornaliero sono reali, ma gestibili. La strategia è semplice, quasi ovvia, però funziona. Acquisto online dove possibile, sfruttando finestre come il “prima acquisti, meno paghi” nei Dolomiti e le prevendite di inizio stagione in comprensori come Aprica e Corteno. Plurigiornalieri quando si prevede di sciare almeno due giorni di fila: il prezzo medio per giornata scende e spesso si abbattono i costi di transazione. Stagionali e combi per chi ha davvero in mente di macinare chilometri: l’esborso iniziale è maggiore, ma la matematica – a fine inverno – restituisce quasi sempre un saldo positivo.

C’è poi la variabile trasporti. Il ritorno dei treni della neve in Lombardia può muovere l’ago della bilancia per famiglie e gruppi di amici. Auto a casa, navette dedicate, skipass integrato: si risparmia dove spesso si spende senza farci caso, cioè carburante, pedaggi, parcheggi. È un modo anche per alleggerire il viaggio di rientro, quando la fatica si fa sentire e la pianura non arriva mai.

Digital first: lo skipass nello smartphone cambia la giornata

Portare lo skipass sullo smartphone non è un capriccio tech. Per il giornaliero significa saltare praticamente la cassa, tagliare attese, evitare biglietti fisici che si perdono o si dimenticano nella giacca sbagliata. La tecnologia Bluetooth Low Energy gestisce l’accesso ai varchi: telefono nella tasca sinistra e si passa. È una scelta di usabilità e sicurezza. Niente code serrate davanti alle casse, meno assembramenti ai tornelli, flusso più regolare nelle prime due ore, quando tutti vogliono salire.

Se volete un consiglio pratico: batteria carica e risparmio energetico disattivato sui servizi di prossimità durante la sciata. Non serve il GPS attivo, ma conviene evitare che il telefono “spenga” i moduli necessari per il passaggio. Chi scia con zaino airbag o attrezzature con inserti metallici ricordi la regola della tasca: meglio non schermare il dispositivo, per non dover armeggiare ogni volta col varco che non vi riconosce.

Come scegliere la meta giusta nelle settimane olimpiche

Le settimane olimpiche richiedono uno sguardo in più alla logistica. Cortina accoglie e si riorganizza, ma – come detto – dal 12 gennaio alcuni tracciati entrano in assetto gara e non saranno disponibili. Se volete restare nel raggio della conca ampezzana, conviene pianificare per tempo e tenere d’occhio gli aggiornamenti su linee aperte e percorsi alternativi. Livigno resta operativa in pista, e questo spalmerà la domanda su tutto il comprensorio, probabilmente con un buon pieno ma senza caos ingestibile. Gli altri poli dolomitici – Val di Fassa, San Pellegrino, Carezza, Arabba – gioveranno dei nuovi impianti per assorbire le punte: per chi cerca sciabilità continua e paesaggi da cartolina, sono carte buone da giocare.

Altra opzione sensata: puntare sulle settimane di spalla immediatamente prima e dopo gli appuntamenti chiave. Spesso si trovano tariffe di alloggio migliori, piste ben preparate e un clima che, storicamente, regala giornate terse. L’efficienza dei collegamenti – treni, skibus rinforzati, servizi su gomma – farà il resto. L’importante è prenotare: il 2025–26 non è un inverno qualsiasi. La domanda c’è, e si vede.

Montagna responsabile: un patto che conviene a tutti

Il numero chiuso a Madonna di Campiglio indica una strada che molte località stanno osservando con attenzione. Limitare gli accessi nei giorni critici non è una misura punitiva; è un patto tra comprensori e sciatori per conservare qualità e sicurezza. Meno densità significa meno frenate d’emergenza, meno code, meno attriti. E – non banale – piste che restano belle più a lungo durante la giornata. La stessa logica orienta gli investimenti in impianti moderni, più stabili al vento e capienti: si porta in quota più gente in meno tempo, diluendo i flussi sui tracciati.

La sostenibilità passa anche dai piccoli gesti: car pooling per raggiungere le valli, raccolta differenziata nei rifugi, acqua nelle borracce invece di plastica usa e getta. Le stazioni che guardano avanti stanno lavorando sodo su innevamento più efficiente, recupero acque, energie rinnovabili a servizio degli impianti. Chi scia, da parte sua, può fare la differenza con scelte semplici e coerenti. È un circolo virtuoso che si sente nell’aria invernale, e che alza l’asticella per tutti.

Una stagione che promette davvero

È un inverno che parte sul serio. Nevicate precoci, aperture già operative ad alta quota, un’agenda che mette fine novembre nel mirino e un 6 dicembre che resta la soglia simbolica per la massa. Sullo sfondo, ma nemmeno troppo, l’energia delle Olimpiadi Milano–Cortina che spinge lavori, trasporti, organizzazione e – inevitabilmente – la narrazione delle nostre montagne. Prezzi in lieve crescita, sì, ma opportunità concrete per risparmiare ci sono: acquisti online, plurigiornalieri, treni della neve, prevendite per famiglie e giovani.

Chi vuole sciare bene nel 2025–26 ha in mano molte chiavi: scegliere le date giuste, monitorare le aperture a cavallo tra novembre e dicembre, puntare sui comprensori che hanno investito su impianti e servizi, guardare con attenzione a Cortina e alle settimane olimpiche senza farsi spaventare. Le piste italiane sono pronte, più di quanto si creda. La montagna aspetta: con seggiovie nuove di zecca, cabinovie più veloci, parchi bimbi rifatti, skipass sullo smartphone e una rete di rifugi che profuma di legno e polenta. Il resto lo faranno le vostre curve. E – neve permettendo – ce ne saranno parecchie.


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Questo articolo è stato redatto basandosi su informazioni provenienti da fonti ufficiali e affidabili, garantendone l’accuratezza e l’attualità. Fonti consultate: ANSA, Ski.it, Vialattea, Trenord, Regione Valle d’Aosta, Corriere della Sera.

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