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Quanto costa un impianto dentale con la mutua?

Prezzi reali e condizioni per un impianto dentale con mutua in Italia, tra agevolazioni SSN, attese ASL e alternative private convenienti.
C’è chi se lo chiede dopo anni di rimandi. Chi lo fa per i genitori anziani, che hanno cominciato a evitare di sorridere. E chi invece, dopo un’estrazione d’urgenza, finisce dritto in un preventivo da capogiro. Il punto è che gli impianti dentali in Italia costano, e non poco. Per questo, una domanda spunta regolarmente tra forum, gruppi social e conversazioni dal dentista: ma con la mutua si può fare? E quanto si paga, davvero?
Spoiler: sì, in alcuni casi si può. Ma non è così semplice, e i costi non sono sempre quelli che ci si aspetta. Qui entriamo nel merito, senza giri di parole. Con dati reali, esempi concreti, e un occhio a ciò che succede davvero sul territorio, tra ASL, cliniche e fondi integrativi.
L’impianto dentale, per chi non lo sa, non è solo una vite
È un piccolo intervento chirurgico, e anche se oggi si fa in ambulatorio con tecniche minimamente invasive, resta una procedura complessa. Si parte da lì: un perno in titanio che viene inserito nell’osso mascellare o mandibolare per sostituire una radice naturale. Poi arriva la fase dell’osteointegrazione (ossia quando l’impianto si “sposa” con l’osso). E infine la parte più visibile: la corona, cioè il dente finto, che viene fissato sopra il perno. In mezzo, ci possono essere anche rigenerazioni ossee, impianti temporanei, analisi 3D, impronte digitali.
Insomma, altro che “mettere un dente”. E i costi, ovviamente, riflettono tutto questo.
In privato, si va dai 1.000 ai 3.000 euro per un solo impianto
Dipende da dove vai, da chi ti opera, da che tipo di materiali si usano. Alcuni pazienti si sentono quasi presi in giro: tre preventivi diversi, tre cifre completamente lontane. E non hanno tutti i torti. Perché nel mondo dell’implantologia privata non esiste un tariffario nazionale, ogni clinica fa un po’ il suo listino. In città come Milano o Roma, i prezzi possono essere più alti rispetto a zone meno centrali, ma non è una regola fissa.
Un impianto semplice con corona può costare 1.500 euro. Con chirurgia guidata, tecnologie digitali, materiali premium e magari un innesto osseo? Si sale oltre i 2.500. E se servono più impianti o un’intera arcata (quelli che chiamano “All-on-4” o “All-on-6”), si arriva facilmente ai 10.000, 12.000 euro. Non è fantascienza, è il prezzo di mercato.
E la mutua? Cosa copre davvero il Servizio Sanitario Nazionale
Qui bisogna fare chiarezza. La regola generale è semplice: la mutua non copre gli impianti dentali, perché non li considera prestazioni essenziali. Tradotto: sono trattamenti a richiesta, fuori dai LEA (livelli essenziali di assistenza). Però – e questo però è importante – esistono eccezioni.
Ci sono categorie che hanno diritto a cure odontoiatriche gratuite o agevolate. Le più comuni sono le persone con disabilità grave, malattie rare che compromettono il cavo orale, pazienti oncologici che hanno subito resezioni. Ci sono anche agevolazioni per chi ha un ISEE molto basso, spesso sotto gli 8.000 euro, ma i criteri variano da Regione a Regione.
In questi casi, se il dentista ASL o convenzionato ritiene che l’impianto sia funzionale e necessario (non solo estetico), allora può partire la richiesta per ottenere la prestazione in convenzione. Non è una cosa automatica. Serve una valutazione clinica, una relazione, in certi casi una commissione medica.
E quanto si paga, se si rientra nei casi coperti?
Il costo, in teoria, è ridotto o nullo. In pratica, il paziente può contribuire con una quota simbolica, intorno ai 300-500 euro, in base al tariffario della struttura convenzionata. A volte si attivano piani di pagamento mensili, tipo 25 euro al mese. Ma, attenzione: non tutte le ASL hanno convenzioni attive con studi dentistici, e non tutte le strutture pubbliche hanno un reparto odontoiatrico attrezzato per gli impianti. Quindi capita – e capita spesso – che ci siano tempi d’attesa di mesi, se non anni.
Un lettore ci ha scritto di essere in lista da 14 mesi per un impianto convenzionato in Toscana. Nel frattempo, ha perso altri due denti e sta valutando di andare in Croazia, “tanto alla fine spendo uguale ma almeno li mettono in tre giorni”. Questo per dire che la copertura pubblica, quando c’è, va guadagnata. E poi, aspettata.
Le alternative: fondi sanitari, assicurazioni e cliniche low cost
Negli ultimi anni sono nati diversi fondi integrativi che coprono parte delle spese odontoiatriche. Alcuni sono offerti da aziende ai dipendenti, altri si possono sottoscrivere autonomamente. Coprono in media tra gli 800 e i 1.200 euro per un impianto, ma ogni caso è diverso. Bisogna leggere bene i regolamenti. Alcuni rimborsano solo se l’impianto è effettuato presso centri convenzionati. Altri richiedono che la fattura indichi ogni voce (impianto, corona, visita, rx).
Poi ci sono le cliniche low cost, che propongono impianti a partire da 790 euro. Ce ne sono diverse, anche catene, con sedi in tutta Italia. Offrono pacchetti completi, piani di finanziamento, persino il primo impianto gratis per attrarre i clienti. Ma – e qui serve onestà – non tutte sono uguali. Alcune lavorano bene, altre puntano sui numeri. L’importante è non farsi attirare solo dal prezzo. Chiedete sempre: chi opera? Che garanzie ci sono? È previsto un controllo post operatorio?
I numeri: cosa paga davvero un italiano medio per un impianto
In assenza di mutua o agevolazioni, l’italiano che decide di rifarsi un dente spende, mediamente, tra i 1.200 e i 1.800 euro. È una spesa importante, spesso rimandata. Alcuni cercano dentisti in Albania o Croazia per risparmiare. Altri si affidano al passaparola. I più fortunati hanno la copertura aziendale o la possibilità di rateizzare.
Certo, se devi rifare un’intera arcata, il discorso cambia. Una protesi fissa su 4 impianti (All-on-4) costa tra 6.000 e 9.000 euro. E qui torna la domanda iniziale: ma davvero non si può fare con la mutua? Solo in casi clinici specifici. E solo con pazienza.
La burocrazia, quella vera
Richiedere una prestazione odontoiatrica con la mutua può essere un piccolo calvario. Bisogna partire dal medico di base, ottenere l’impegnativa, prenotare la visita in ASL o nei centri convenzionati. A volte servono più consulti. Poi arriva il preventivo. Se c’è la possibilità di copertura, bisogna preparare la documentazione ISEE, certificati, referti. Alcune Regioni hanno attivato sportelli semplificati o servizi online, ma l’esperienza varia molto da città a città. Milano non è come Reggio Calabria, e viceversa.
Chi può davvero accedere? Due storie vere
Giorgio M. ha 67 anni, pensionato, vive a Bologna. Dopo una resezione mandibolare per un tumore, gli hanno fatto una protesi mobile che però non reggeva. Dopo mesi di visite, è riuscito a ottenere due impianti gratuiti con la mutua. “È stato lungo, ma alla fine ho trovato un centro serio. Hanno fatto un ottimo lavoro”.
Carmen invece ha 58 anni, lavora come badante, ISEE sotto i 7.000 euro. Le mancano 5 denti. Si è rivolta all’ASL, ma le hanno detto che non rientrava nei criteri per la protesi fissa. Le hanno proposto una dentiera parziale mobile. “Ma io con quella non riesco a mangiare. E ho paura di parlare”.
Due storie vere, che raccontano bene la distanza tra diritto teorico e accesso reale.
Non solo “quanto costa”, ma anche “chi può”
Alla fine, la domanda “quanto costa un impianto dentale con la mutua?” non ha una sola risposta. Per molti, la mutua non copre. Per alcuni, sì. Ma ci vogliono requisiti precisi, documenti in regola, un po’ di insistenza e – quasi sempre – tanta pazienza. Quello che possiamo dire con certezza è che il costo zero, in Italia, è possibile solo in situazioni eccezionali. Per tutti gli altri, resta il privato, i finanziamenti, le assicurazioni. O il viaggio all’estero.
Il consiglio? Informatevi bene, partite dalla vostra ASL, chiedete più di un preventivo. E non fermatevi al prezzo. Perché sì, il sorriso ha un valore. Ma anche la trasparenza su quanto davvero costa.
🔎 Contenuto Verificato ✔️
Questo articolo è stato redatto basandosi su informazioni provenienti da fonti ufficiali e affidabili, garantendone l’accuratezza e l’attualità. Fonti consultate: Denti Solari, Medical Equipe, Odontoiatria Sanfrancesco, Regione Emilia‑Romagna.

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