Perché...?
Perché Sempio ha scaricato l’avvocato Lovati proprio ora?

Andrea Sempio ha revocato il mandato all’avvocato Massimo Lovati. La decisione è stata comunicata oggi, martedì 14 ottobre 2025, e riguarda uno dei due difensori che finora lo assistevano nel procedimento legato al delitto di Garlasco. Resta in squadra l’avvocata Angela Taccia, mentre è attesa a breve la nomina di un nuovo penalista con cui ricalibrare la strategia. A motivare il cambio, secondo quanto trapela dall’area difensiva e da più ricostruzioni giornalistiche, c’è l’eccessiva sovraesposizione mediatica del legale revocato e alcune dichiarazioni televisive giudicate non in linea con l’impostazione che l’indagato vuole dare alla propria difesa.
Nei fatti, la revoca non blocca il procedimento, né incide sulle scadenze già fissate. La linea è improntata a un profilo più sobrio, con comunicazioni calibrate solo sui passaggi d’aula e sugli atti. Il nuovo difensore verrà ufficializzato nei prossimi giorni; l’orientamento è puntare su un profilo tecnico, poco incline ai talk show e focalizzato sugli atti. Intanto la Procura attende il deposito formale della revoca e della nuova nomina, passaggio che completerà l’iter procedurale già comunicato alle parti.
La decisione: tempi, modalità e cosa cambia davvero
Il cambio arriva al culmine di alcune giornate convulse, seguite a settimane in cui il nome di Massimo Lovati era finito al centro del dibattito pubblico per una sequenza serrata di apparizioni televisive e uscite extra-forensi. Sempio, 37 anni, ha scelto di riportare il baricentro della difesa negli atti, lasciando intendere che, in questa fase, ogni elemento estraneo al fascicolo rischia di generare un rumore di fondo poco utile. Nella pratica, la titolarità operativa resta in capo ad Angela Taccia, che conosce il fascicolo e garantisce continuità; a lei si affiancherà un professionista con esperienza su processi ad alta esposizione. Il collegio difensivo verrà quindi ricomposto senza scossoni sui tempi: nessuna richiesta di rinvio e lavoro “a carte ferme” sui prossimi adempimenti, a partire dagli esiti delle analisi già calendarizzate.
Sul piano formale, la revoca del mandato è un atto unilateralmente rimesso al cliente e produce effetti immediati nei rapporti tra assistito e difensore revocato. Resta da completare il deposito degli atti per aggiornare gli uffici giudiziari e tutte le controparti; si tratta di un passaggio amministrativo che segue la comunicazione sostanziale e che, secondo fonti di stampa, è in corso di formalizzazione. Al netto di questo, non è atteso alcun impatto sul cronoprogramma dell’inchiesta, né sul perimetro delle attività probatorie già avviate.
I motivi della rottura: tv, frasi sopra le righe e il “caso Albania”
Nel mirino sono finite soprattutto le presenze televisive di Lovati e alcune affermazioni pubbliche rilasciate in programmi di approfondimento, tali da produrre una sovraesposizione personale del legale. Tra i passaggi che hanno fatto più rumore, le interviste e i talk degli ultimi giorni — compreso il circuito di ospitate citato da più testate — che hanno alimentato polemiche e controrepliche. Sempio ha maturato la decisione dopo alcuni giorni di riflessione, ritenendo preferibile un reset comunicativo per evitare di spostare l’attenzione dai rilievi tecnici al dibattito televisivo.
A pesare, nelle ultime ore, è stato anche il capitolo “testimonial in Albania”: lo stesso Lovati ha raccontato di essere pronto a tornare a Tirana come volto pubblicitario di una clinica odontoiatrica, spiegando di essersi già sottoposto a cure e di aver firmato un contratto. La sovrapposizione tra ruolo forense e iniziative commerciali personali ha innescato un dibattito acceso, che la difesa dell’indagato ha ritenuto non funzionale al momento processuale. L’episodio, amplificato dai social e dalle testate on line, ha finito per occupare la scena nella stessa mattinata in cui è arrivata la revoca.
Chi resta in difesa e la linea operativa attesa
Angela Taccia rimane il perno della difesa di Andrea Sempio. Il suo compito, in questa fase, è tenere la rotta: tradurre in atti le esigenze dell’assistito, governare i rapporti con Procura e Gip, e preparare il terreno per l’ingresso del nuovo penalista. La scelta, secondo quanto filtra, cadrà su un profilo tecnico abituato ai dossier complessi e poco permeabile alla pressione mediatica, con l’obiettivo di “non fare notizia” se non tramite gli atti. L’architettura prevede una chiara divisione dei compiti: Taccia come garante della continuità e “voce” istituzionale, il nuovo collega focalizzato sulle memorie, sui riscontri tecnici e sulla gestione dell’incidente probatorio.
In parallelo, viene azzerata la strategia comunicativa degli ultimi giorni: niente talk show, nessuna passerella, interlocuzione con i cronisti ridotta al minimo indispensabile e centrata sui passi processuali. Questo cambio riduce i margini di fraintendimento e rende coerente la difesa con l’agenda probatoria: meno dichiarazioni, più depositi puntuali e istanze mirate quando servono.
Il punto sull’inchiesta: incidenti probatori e date chiave
Sul fronte giudiziario, la rotta è tracciata: l’incidente probatorio è in corso e si concentra, tra l’altro, sulla comparazione genetica tra la traccia rilevata sulle unghie di Chiara Poggi e il profilo di Andrea Sempio. Il giudice ha confermato la validità di quella traccia ai fini del confronto e ha concesso una proroga per completare le operazioni. La scadenza cruciale è fissata al 18 dicembre 2025, data entro la quale è atteso il deposito delle relazioni dei periti nominati dal Tribunale. Questo passaggio, già anticipato in più sedi, è considerato il punto di svolta tecnico per capire come potrà evolvere il procedimento.
Nelle scorse settimane si sono già tenute sessioni operative: dalle tamponature sui reperti al lavoro nei laboratori indicati, con appuntamenti fissati tra giugno e luglio e ulteriori verifiche successive. Alcuni esiti parziali hanno acceso il dibattito tra le parti sulle interpretazioni e sulle metodologie adottate. Ma il perimetro resta definito: gli esiti del 18 dicembre indirizzeranno le mosse di Procura e difesa, compresa l’eventuale richiesta di ulteriori accertamenti o, in alternativa, la chiusura di questa fase.
La sequenza degli ultimi giorni che porta allo strappo
Per comprendere perché la rottura arrivi oggi, è utile ripercorrere gli snodi recenti. Venerdì 11 ottobre, Sempio aveva fatto capire in tv di voler riflettere ancora qualche giorno sul futuro del rapporto professionale con Lovati, senza confermare né smentire modifiche alla squadra difensiva. Ieri e stamattina sono circolati contenuti e interviste in cui il legale parlava apertamente di nuovi impegni personali, inclusa la partenza per l’Albania come testimonial di una clinica. Nelle stesse ore, più testate hanno iniziato a riferire di un imminente cambio in difesa. A metà giornata di oggi, la notizia della revoca è stata confermata: Lovati non è più il difensore di Sempio.
Un dettaglio procedurale non secondario: la documentazione di revoca non risulta ancora depositata in Procura al momento della divulgazione pubblica, un passaggio amministrativo che segue di poco la decisione e che verrà assolto in tempi brevi. Nessuna ricaduta è attesa sull’agenda delle attività già programmate: la tabella di marcia dell’incidente probatorio resta invariata, così come le interlocuzioni formali con gli uffici giudiziari.
L’effetto immediato sulla strategia: meno tv, più atti
Il messaggio che arriva dalla difesa è lineare: ridurre la pressione mediatica e riportare il confronto dentro il perimetro processuale. Questo significa concentrare le energie su tre fronti: la composizione del collegio con l’ingresso del nuovo legale, il coordinamento con i consulenti tecnici e la preparazione delle memorie in vista della scadenza del 18 dicembre. La scelta, nella sostanza, abbassa il rischio che il contesto esterno interferisca con il lavoro dei periti o con la percezione pubblica di passaggi tecnici che richiedono silenzio e metodo.
Sul piano operativo, Angela Taccia garantisce la continuità con gli atti depositati e con la pianificazione già condivisa con i consulenti. Al nuovo difensore verrà chiesto di rafforzare la catena di controllo sugli adempimenti, curando con attenzione i tempi di deposito e la coerenza delle posizioni della difesa, anche alla luce di quanto emergerà dagli accertamenti genetici. Nessuna rivoluzione: solo una messa a punto per difendere meglio nei tempi e nei luoghi in cui davvero si decide un procedimento penale.
Il contesto che pesa: posizioni delle parti e dossier paralleli
In controluce, e senza scivolare fuori tema, va registrato che la nuova inchiesta sul delitto di Chiara Poggi procede in parallelo ad altri dossier che hanno acceso i riflettori. Nel circuito mediatico hanno trovato spazio approfondimenti sul lavoro della Procura di Pavia e su passaggi pregressi; intorno all’asse indagato–difesa, il quadro resta comunque centrato sulle operazioni peritali e sulla valutazione della traccia genetica. Massimo Lovati, intanto, è comparso lui stesso nelle cronache giudiziarie con sviluppi che lo riguardano direttamente: una circostanza che ha contribuito ad alimentare l’attenzione e a rendere più delicata la gestione della comunicazione. Anche questo elemento ha pesato nella decisione di cambiare passo.
Sullo stato dell’indagine principale, la fotografia più aggiornata è polarizzata sulla comparazione genetica e sulla tenuta degli accertamenti non ripetibili. Gli investigatori mirano a cristallizzare gli esiti entro la data fissata, mentre la difesa calibra eventuali istanze integrative a valle della relazione dei periti. Nell’immediato, dunque, la priorità di Sempio è avere una difesa coesa e poco “rumorosa”, in grado di muoversi con rapidità quando servirà presentare note, osservazioni o richieste correttive.
Calendario fissato, difesa a profilo basso fino al 18 dicembre
La notizia è chiara: Andrea Sempio ha tolto il mandato a Massimo Lovati e si prepara a rimodulare il proprio collegio difensivo. Angela Taccia resta in prima linea, mentre il nuovo penalista verrà comunicato a breve. Perché adesso? Perché, con l’avvicinarsi della scadenza del 18 dicembre, ogni sovraesposizione esterna rischiava di diventare un fattore di disturbo. La decisione punta a blindare il lavoro tecnico, riducendo all’essenziale la comunicazione e concentrando l’attenzione su ciò che deciderà il futuro del fascicolo: le carte e i risultati peritali.
Niente strappi ai tempi, nessun effetto collaterale sull’agenda: la difesa cambia ritmo, non destinazione. E da qui a dicembre, l’unico obiettivo dichiarato è farsi trovare pronti davanti agli esiti degli accertamenti, con memorie coerenti, strategie ordinate e rumore al minimo indispensabile.
🔎 Contenuto Verificato ✔️
Questo articolo è stato redatto basandosi su informazioni provenienti da fonti ufficiali e affidabili, garantendone l’accuratezza e l’attualità. Fonti consultate: TGCOM24, la Repubblica, Il Fatto Quotidiano, Sky TG24, Il Giorno, Il Giornale.

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