Perché...?
Perché una donna tende a sminuire le relazioni sessuali passate: i veri motivi

Molte donne evitano di parlare apertamente del loro passato sessuale. Ma cosa si nasconde davvero dietro questo silenzio o questa reticenza?
Ci sono conversazioni che, anche in coppie rodate, restano un po’ lì. Sospese. Mezze dette. Quelle sul passato, per esempio. Sul sesso, soprattutto. Una di quelle domande che scappa quando ci si conosce davvero, o quando si beve un bicchiere di troppo, o quando l’altro ti chiede: “Ma… quante persone hai avuto prima di me?”
E lì, in quel momento, molte donne — non tutte, chiaro, ma tante — si irrigidiscono. Oppure rispondono in modo vago. Tagliano corto. Minimizzano. A volte sorridono e cambiano argomento. Altre dicono due cose, magari nemmeno false, ma neanche così esatte. Il punto è questo: tendono a sminuire le relazioni sessuali passate.
E no, non lo fanno per cattiveria, o per farti stare male. Nella maggior parte dei casi è il contrario: è una forma di protezione. Ma di chi? Di loro stesse. Di te. Del rapporto che sta nascendo. O che esiste già ma ha bisogno di respirare.
Sotto la superficie, però, c’è molto di più. C’è la cultura, la paura del giudizio, la psicologia evolutiva, la vergogna, il pudore, e sì, anche un po’ di strategia. Ma non nel senso manipolativo. Strategie emotive, più che altro. Di sopravvivenza.
Parliamone.
Non è solo questione di bugie
Facciamo chiarezza subito. Dire che una donna “sminuisce” non vuol dire che mente. O che finge. Vuol dire che seleziona. Che dosa. Che valuta quanto è giusto dire, e come. Lo facciamo tutti, in realtà. Ma con il sesso, e con le donne, la faccenda si complica.
C’è un doppio standard che gira da secoli e che, anche se sembriamo moderni, non è mai sparito davvero. Un uomo con molte partner viene spesso etichettato come “esperto”, “virile”, “libero”. Una donna con lo stesso passato? Troppo spesso diventa “facile”, “leggera”, “inaffidabile”.
È assurdo. Ma succede. Succede ancora.
Quindi sì, una parte della risposta sta lì: perché ancora oggi una donna rischia di essere giudicata per ciò che ha fatto prima di te. Anche se tu giuri che no, non sei così. Anche se dici “puoi dirmi tutto”. Anche se magari sei sincero. Non è solo una questione tua. È una questione di memoria collettiva. Di esperienze passate. Di ferite che bruciano ancora.
La cultura ci ha messo del suo
Se cresci in un contesto in cui ti insegnano — più o meno esplicitamente — che una ragazza “per bene” non deve esagerare, non deve parlare troppo di sesso, non deve “dare l’idea”… è normale che, anche una volta adulta, tu mantenga una certa riservatezza.
Non è repressione, necessariamente. A volte è solo abitudine. Come quelle frasi imparate da bambine: “Stai composta”, “non dire certe cose”, “i panni sporchi si lavano in casa”.
Un giorno una mia amica mi ha detto: “Sai, non è che mi vergogni delle persone con cui sono stata. Ma ho imparato a non raccontarlo, perché ogni volta che l’ho fatto mi sono sentita a disagio. E allora evito.”
Chiaro, poi ci sono anche le donne che parlano apertamente, che rivendicano il loro passato senza problemi. Ma non sono tutte così. E non devono esserlo per forza.
Questione di psicologia, ma anche di strategia
C’è poi chi interpreta questo comportamento in chiave evolutiva. Secondo alcuni psicologi, come David Buss, esiste una logica — anche se inconscia — dietro certe scelte comunicative. Tipo: mostrare una maggiore “selettività sessuale” avrebbe avuto, nel tempo, dei vantaggi sociali ed emotivi.
In pratica, si tratta di una forma di adattamento. Le donne, nel corso della storia, hanno dovuto tutelarsi. Dal giudizio, dal rifiuto, dal pregiudizio. E quindi, anche oggi, potrebbe esserci una certa tendenza a raccontare il proprio passato in modo più “soft”, meno esposto. Un po’ per istinto. Un po’ per cautela.
Funziona sempre così? No. Ma capita spesso. E non vuol dire essere false. Vuol dire essere umane.
Il bisogno di piacere, ma anche di proteggersi
C’è poi un altro lato, più intimo. Più profondo.
Alcune donne semplicemente non vogliono che il proprio passato interferisca col presente. Non vogliono essere viste con gli occhi sbagliati. Né sentirsi tirare fuori vecchie storie ogni volta che si litiga.
Altre si proteggono perché, nel raccontare certe cose, risentono dolore. Magari sono state in relazioni tossiche. Magari si sono sentite usate. Magari hanno fatto cose che oggi guardano con un misto di tenerezza e disagio. E allora scelgono di lasciarle lì. In un angolo. Senza cancellarle, ma senza dargli troppo spazio.
Una volta una donna mi ha detto: “Ho avuto una storia molto fisica con uno che poi mi ha distrutta. Non lo racconto quasi mai, perché non voglio che chi mi ama ora pensi che sono ancora legata a quel ricordo.”
E come darle torto?
I giovani parlano più facilmente. Forse.
Certo, le cose stanno cambiando. Le ragazze di oggi — non tutte, ma molte — parlano di sesso con meno paura. I social, i podcast, le serie TV, il femminismo digitale… hanno fatto da apripista.
Oggi trovi ventenni che raccontano le proprie esperienze senza vergogna. Che non hanno problemi a dire “ho avuto dieci partner” o “ho fatto questo, ho provato quello”. Lo fanno con ironia, con leggerezza, a volte con orgoglio.
Ma anche lì non è tutto oro. C’è ancora chi giudica. Chi sminuisce. Chi scherza in modo cattivo. Chi non regge il confronto con il passato dell’altra persona. Quindi sì, si parla di più. Ma non sempre si ascolta meglio.
E poi, anche tra i giovani, c’è chi continua a sminuire. Perché ha paura. O perché non sa come l’altro reagirà. O perché semplicemente… non vuole farne un tema.
Non tutto va detto, ma tutto ciò che si dice dev’essere vero
Alla fine, il punto forse non è quante cose si raccontano. Ma come lo si fa. E perché.
Ci sono coppie che vivono benissimo anche senza sapere ogni dettaglio. Che si concentrano su quello che hanno ora. Che lasciano il passato dov’era. E va bene così.
Altre invece hanno bisogno di parlarsi a fondo, di raccontarsi tutto, di condividere. E anche questo va bene. Ma non deve mai diventare un obbligo. Né una prova.
C’è una frase della psicoterapeuta Esther Perel che mi è rimasta impressa: “La verità va detta quando serve. Non quando ferisce per il gusto di ferire.”
E allora, se una donna sminuisce le sue relazioni sessuali passate, forse non lo fa per ingannarti. Ma per difendere qualcosa. Se stessa. La sua serenità. O anche solo la bellezza di ciò che ha con te.
Il passato è solo una parte della storia
Tutti abbiamo un passato. Ma non tutti vogliamo renderlo pubblico. O farne un argomento di discussione ogni due giorni. E non c’è niente di male in questo.
Forse vale la pena imparare ad accettare che alcune cose restano sfocate. Non per mancanza di fiducia, ma per rispetto. Non tutto va scavato, sezionato, analizzato. A volte, sapere che l’altro è qui, adesso, con te — e che ha scelto te — dovrebbe bastare.
Il resto? È solo strada fatta. Passi, inciampi, deviazioni. Niente che possa davvero cambiare quello che siete oggi. A meno che tu non voglia lasciarlo entrare.
🔎 Contenuto Verificato ✔️
Questo articolo è stato redatto basandosi su informazioni provenienti da fonti ufficiali e affidabili, garantendone l’accuratezza e l’attualità. Fonti consultate: National Library of Medicine (PubMed Central), National Library of Medicine (PubMed Central), Psychology Today, Wikipedia.

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