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Oktoberfest, esplosioni e due morti: cosa è successo davvero

Monaco di Baviera ha vissuto ore concitate dopo un’esplosione in una villetta del quartiere Lerchenau, che ha provocato due morti e almeno due feriti e ha spinto le autorità a chiudere temporaneamente l’Oktoberfest per un allarme bomba, poi rientrato. Nel pomeriggio la festa è stata riaperta alle 17.30 su decisione del sindaco Dieter Reiter, dopo un’accurata bonifica con unità cinofile e artificieri che non ha evidenziato minacce attive all’area della Theresienwiese. Secondo gli elementi forniti da polizia e autorità cittadine, l’intera vicenda nasce da una lite familiare degenerata, non da un movente politico o terroristico.
I fatti principali, chiariti nell’arco della giornata, sono questi: un 57enne tedesco è ritenuto il responsabile del rogo ed esplosione nella casa dei genitori; l’uomo si è tolto la vita poco dopo, nei pressi del Lerchenauer See, mentre nella villetta sono stati rinvenuti ordigni artigianali e trappole esplosive. Il padre dell’uomo, 90 anni, è stato trovato senza vita, mentre la madre e la figlia sono rimaste ferite e ricoverate. Un pizzino di minaccia legato all’Oktoberfest, trovato in zona, ha portato a un blocco precauzionale del festival fino al via libera della polizia. In serata le autorità hanno ribadito che non vi sono elementi di matrice estremista e che la pista prevalente resta quella privata-familiare.
Cronologia essenziale della giornata a Monaco
Le prime chiamate di emergenza arrivano alle 04:40: i residenti segnalano boati, fiamme e colpi simili a spari nella zona di Glockenblumenstraße (Lerchenau). Pochi minuti dopo, i soccorsi si trovano davanti a un’abitazione in fiamme e a veicoli danneggiati nelle immediate vicinanze. La polizia delimita un ampio perimetro di sicurezza mentre i vigili del fuoco attaccano l’incendio. Nel corso delle operazioni, i tecnici notano presunte trappole esplosive all’interno dell’edificio: vengono chiamati gli artificieri e scatta una bonifica sistematica, durante la quale si registrano altri forti rumori dovuti alle procedure di disinnesco.
Verso metà mattinata, poco distante, nei pressi del Lerchenauer See, gli agenti rinvengono il corpo senza vita del presunto autore. Nel suo zaino c’è un dispositivo esplosivo che viene neutralizzato sul posto, con precauzioni massime per evitare ulteriori rischi. In parallelo, le forze speciali perquisiscono un appartamento a Starnberg, dove l’uomo avrebbe vissuto: anche qui si procede con estrema cautela per il timore di ulteriori ordigni. Le verifiche confermano la natura artigianale dei dispositivi rinvenuti.
Nel primo pomeriggio, un biglietto di minaccia che richiama l’Oktoberfest spinge le autorità a sospendere l’apertura del festival e a sgomberare le aree a accesso limitato della Theresienwiese. Entrano in azione centinaia di agenti e unità cinofile da tutto il Land; l’area viene passata al setaccio per ore, mentre la città resta in stato di allerta. Dopo i controlli, non emergono minacce concrete e alle 17:30 scatta la riapertura del festival, annunciata sui canali ufficiali del Comune.
Il perimetro di sicurezza: evacuazioni, numeri e logistica
Per mettere in sicurezza la scena del primo incidente, la polizia stabilisce una zona rossa di 200 metri attorno alla villetta. Ciò comporta l’evacuazione di circa 700 residenti, accompagnati punto per punto in aree sicure. Il Comune allestisce un punto di accoglienza presso il Berufliches Schulzentrum Nordhaide: qui decine di persone ricevono assistenza, acqua e informazioni operative in tempo reale. L’evacuazione, confermata dalle autorità locali e dai media cittadini, è una delle più imponenti degli ultimi anni per un’area residenziale di Monaco.
Nelle ore successive, la messa in sicurezza richiede una gestione a incastri tra bonifica degli ordigni, spegnimento degli ultimi focolai e preservazione della scena per i rilievi. La complessità non è solo tecnica: occorre comunicare con centinaia di famiglie, distribuire informazioni verificate e contrastare voci incontrollate sui social, mentre si decide il da farsi su uno degli eventi pubblici più frequentati d’Europa. Il dispositivo, spiegano le autorità, si adatta in tempo reale all’evoluzione del quadro: quando gli artificieri segnalano altri possibili elementi sospetti, il raggio operativo viene rafforzato e i tempi si allungano per non compromettere la sicurezza di residenti e operatori.
Che cosa sappiamo del presunto autore
Gli elementi raccolti indicano un 57enne tedesco come principale responsabile della sequenza di eventi. L’uomo, secondo le ricostruzioni, avrebbe innescato il rogo nella casa dei genitori e predisposto dispositivi esplosivi e trappole all’interno e all’esterno dell’abitazione, includendo un furgone nei pressi della scena. Subito dopo sarebbe fuggito verso il vicino Lerchenauer See, dove si è suicidato. Vicino al corpo gli inquirenti hanno trovato uno zaino con un ordigno, poi disinnescato. Nel corso della giornata, le forze speciali hanno inoltre fatto irruzione in un’abitazione a Starnberg dove l’uomo risiedeva, operando con metodi e tempi propri della bonifica esplosivi.
Il quadro motivazionale non punta, allo stato, a una rete o a un’attività eversiva. Le prime indicazioni parlano di conflittualità familiare degenerata, scenario compatibile con i riscontri clinici e investigativi su padre deceduto, madre e figlia ferite, oltre agli indizi raccolti sulla preparazione artigianale degli ordigni. Gli inquirenti mantengono comunque tutte le piste tecniche aperte finché non si completeranno perizie, audit post-esplosione e accertamenti sugli esplosivi. Nel frattempo, le autorità cittadine hanno sottolineato l’assenza di segnali credibili di un rischio esteso alla popolazione al di fuori dei perimetri già interessati.
L’operazione alla Theresienwiese: cos’è successo davvero all’Oktoberfest
La Theresienwiese è rimasta chiusa al pubblico per diverse ore, mentre pattuglie e unità cinofile hanno percorso in lungo e in largo i varchi, i perimetri interni e le zone logistiche del festival. Le autorità parlano di un dispiegamento «a tappeto», con verifiche negli spazi a accesso limitato e controlli straordinari su depositi, mezzi di servizio e aree tecniche. È questo insieme di misure ad aver determinato, come effetti a catena, la sospensione delle attività dei padiglioni e il richiamo di dipendenti e fornitori all’esterno del perimetro. Quando i controlli hanno escluso la presenza di ordigni o minacce attive, la polizia ha dato il via libera e il sindaco ha annunciato la riapertura alle 17:30.
Per i visitatori, l’impatto è stato tangibile ma limitato nel tempo. La riorganizzazione della sicurezza ha comportato colli di bottiglia agli ingressi e l’annullamento di alcune fasce di servizio nella fascia diurna, ma senza ricadute di lungo periodo. Gli operatori del festival hanno confermato che i gettoni e le prenotazioni rimasti inutilizzati nella finestra di chiusura potranno essere utilizzati normalmente nelle ore successive, con un invito generale a rispettare i controlli e le indicazioni del personale nei prossimi giorni. L’amministrazione ha rimarcato che l’obiettivo era ed è prevenire il rischio prima ancora che gestirlo, un approccio che ha permesso di riportare in sicurezza la manifestazione entro la stessa giornata.
Vittime, feriti e stato delle indagini
Sul piano umano, la vicenda si traduce in due morti: il presunto autore e il padre, trovato senza vita nella casa incendiata. La madre e la figlia risultano ferite e ricoverate; la prognosi non è stata dettagliata ufficialmente, ma si parla di lesioni serie compatibili con un’esposizione a calore, fumo e propulsioni da esplosione. In ambienti clinici si sottolinea che, in contesti di ordigni artigianali, non è raro riscontrare politraumi misti: ustioni, contusioni toraciche, danni da sovrapressione. Sono in corso valutazioni medico-legali sulle cause precise dei decessi e perizie sugli ordigni recuperati, finalizzate a chiarire tipologia degli esplosivi, inneschi e modalità di confezionamento.
Gli investigatori stanno analizzando i materiali sequestrati in casa e nel veicolo, oltre alla documentazione che include il biglietto di minaccia legato all’Oktoberfest. L’elemento, pur se generico, è bastato a determinare il protocollo di massima prudenza su un evento che ogni giorno richiama decine di migliaia di persone. Le autorità hanno escluso legami credibili con gruppi estremisti, respingendo anche rivendicazioni online giudicate opportunistiche e non attendibili. Resta centrale la pista del conflitto privato; solo con l’esito delle perizie si potrà mettere in fila, in modo definitivo, la sequenza degli inneschi e la logica criminale che l’ha sostenuta.
La gestione dell’emergenza: cosa ha funzionato e perché
Sul piano operativo, l’azione congiunta di polizia, vigili del fuoco, artificieri e unità cinofile ha seguito i manuali di risposta a eventi complessi dove si sommano incendio, esplosivi e minaccia su obiettivi sensibili. Dopo l’attivazione, gli incident commander hanno creato corridori sicuri per i soccorritori, definito i punti di evacuazione per i residenti e applicato procedure di bonifica progressive, a partire dalle aree con evidenze di trappole. È in questo contesto che si è sentito, in più momenti, qualche forte botto: si tratta degli atti tecnici legati al disinnesco e, ove necessario, alla neutralizzazione controllata di componenti sospette. Questo tipo di procedure non è un’anomalia, ma la prassi in scenari con ordigni improvvisati.
La scelta di chiudere l’Oktoberfest per ore non è stata semplicemente “prudente”: è stata necessaria in base alle informazioni disponibili, perché la potenziale interconnessione tra i luoghi (casa, veicolo, lettera di minaccia) andava esclusa sul campo, non solo a tavolino. La riapertura alle 17.30 è arrivata solo dopo l’ultimo clear operativo, quando ogni dogana di sicurezza ha dato esito negativo. L’esperienza della città e la memoria storica dell’attentato del 1980 hanno giocato un ruolo: Monaco ha sistemi di risposta rapidi e addestrati proprio per evitare che un sospetto, anche se poi infondato, si traduca in rischio reale.
Ricadute sulla città e sui visitatori: cosa cambia dopo oggi
Nel nord di Monaco, attorno a Lerchenau, la giornata ha portato disagi significativi: strade chiuse, una scuola media interdetta temporaneamente, corse S-Bahn ridotte o deviate, e un perimetro di sicurezza che ha inciso sulla mobilità locale fino al tardo pomeriggio. Per i residenti evacuati, i servizi sociali e la Protezione civile hanno predisposto punti di assistenza e info-point, con rientri gestiti a scaglioni in base ai riscontri della bonifica. Nella zona della Theresienwiese, invece, il blocco si è tradotto in file ai cancelli, cancellazioni e ritardi nelle consegne per i padiglioni, ma la ripresa è stata rapida dopo il via libera.
Per i turisti italiani, la Farnesina ha fatto sapere che non risultano connazionali coinvolti e ha invitato chi si trova in città a seguire le indicazioni della polizia bavarese, oltre agli aggiornamenti dei canali ufficiali del Comune. Chi ha in programma la visita nei prossimi giorni potrà contare su controlli più visibili agli ingressi e all’interno dei viali del festival: si tratta di misure rassicuranti, non del segnale di un pericolo imminente. Come spesso accade in questi contesti, dopo il picco iniziale di attenzione la città tende a normalizzare i flussi, mantenendo alta la vigilanza senza comprimere l’esperienza dei visitatori.
Domande ancora aperte e prossimi passi
La magistratura e gli uffici investigativi devono ancora chiarire alcuni nodi: esatta sequenza temporale fra l’innesco dell’incendio, le esplosioni e la fuga del sospettato; provenienza e composizione degli esplosivi; eventuali sperimentazioni pregresse da parte dell’uomo; il contenuto integrale del biglietto di minaccia e la sua pertinenza rispetto ai fatti. Le risposte arriveranno con le perizie di laboratorio e con l’analisi dei dispositivi elettronici eventualmente sequestrati. È in questa fase che si costruisce l’attribuzione piena delle responsabilità penali e si estraggono lezioni operative per future risposte di sicurezza.
Per quanto riguarda l’Oktoberfest, gli organizzatori e il Comune hanno già riavviato il piano giornaliero della manifestazione, con una particolare attenzione ai varchi, alle aree di servizio e ai flussi tra zone interne e perimetri esterni. Nonostante il contraccolpo emotivo, l’affluenza prevista nelle ore serali dovrebbe riallinearsi ai livelli dei giorni scorsi, con l’effetto, paradossale ma noto, per cui la ripresa controllata dopo un allarme tende a generare un senso di sicurezza diffuso tra i visitatori.
Dopo l’allarme, la città riparte
La giornata di Monaco racconta una crisi locale che ha lambito il suo evento globale più iconico. Un dramma familiare, con un epilogo tragico, ha innescato la macchina della sicurezza fino a spingere le autorità a fermare la festa per diverse ore. Il metodo adottato — sgombero mirato, bonifica a strati, comunicazione costante, riapertura solo a rischio escluso — ha funzionato: l’Oktoberfest è tornata operativa già in serata, mentre in Lerchenau prosegue la bonifica dell’area e si consolidano gli accertamenti.
Per i nostri lettori significa una cosa semplice: Monaco è ora presidiata e visitabile, con qualche controllo in più ma senza segnali di pericolo generalizzato. In parallelo, la giustizia tedesca cercherà le cause e i dettagli tecnici di una giornata che, pur nata all’interno delle mura di una famiglia, ha testato con successo la resilienza della città e dei suoi grandi eventi.
🔎 Contenuto Verificato ✔️
Questo articolo è stato redatto basandosi su informazioni provenienti da fonti ufficiali e affidabili, garantendone l’accuratezza e l’attualità. Fonti consultate: ANSA, la Repubblica, Corriere della Sera, Sky TG24, TGCOM24, AGI.

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