Seguici

Dove...?

Dove mangiare a Londra: una guida per evitare brutte esperienze

Pubblicato

il

ragazza cammina per londra guardando un ristorante vuoto

Mangiare bene a Londra senza farsi fregare: ristoranti stellati, cucine etniche autentiche e dritte vere per ogni budget e quartiere.

Partiamo da un punto fermo: Londra non è solo fish and chips. Non lo è da decenni, in realtà. Eppure la leggenda resiste, come certe immagini stanche degli autobus rossi o della pioggia che non smette mai. Poi uno ci arriva, magari affamato dopo un volo di due ore e mezza, e si accorge che può mangiare libanese, nigeriano, coreano, peruviano, italiano (vero), con una qualità che spesso fa invidia persino ai Paesi d’origine.

La città è immensa, affollata, imprevedibile. E anche la ristorazione lo è. Per cui “dove mangiare a Londra” è una domanda semplice, ma la risposta no. Dipende da cosa cerchi, da quanto vuoi spendere, da quanto sei disposto a camminare o a prenotare con mesi di anticipo. Io, che Londra l’ho vissuta un po’ con zaino in spalla e un po’ col taccuino da cronista, ho raccolto una serie di esperienze, dritte, errori e consigli. Con nomi, quartieri e prezzi, tutto vero. Perché no, non ti puoi più permettere di andare a caso.

Si, anche a Londra puoi mangiare bene

I ristoranti stellati: per chi vuole il colpo di scena

Qui le stelle non sono mai solo un vezzo. Spesso sono il risultato di un’identità forte, di una cucina che osa o che protegge la propria memoria. E sì, pure del servizio. Ma a volte anche di un certo snobismo londinese che ti fa pagare £12 per una bottiglietta d’acqua.

Il mio primo impatto con un ristorante stellato londinese è stato al The Ledbury, a Notting Hill. Tre stelle Michelin, atmosfera sobria ma intensa, camerieri che sembrano attori di teatro con una laurea in gastronomia molecolare. Un piatto, me lo ricordo ancora: cervo affumicato, servito su una pietra nera calda con erbe di bosco e un fondo di mirtillo affumicato. Prezzo? Alto. Ma non irraggiungibile se eviti il vino o scegli il menu degustazione a pranzo. Quello piccolo, chiaro.

Poi c’è Gymkhana, a Mayfair. Un ristorante indiano che ha due stelle e un’anima coloniale dichiarata, ma senza cadere nella parodia. Ti servono con i guanti bianchi ma nei piatti c’è calore. Pollame tandoori da manuale, curry intensi, riso basmati profumato come un profumo di nicchia. Vale ogni sterlina.

Se cerchi qualcosa di meno noto ma in ascesa, occhio a Akoko e Chishuru, che portano la cucina west-africana in una dimensione nuova. Non è solo cibo, è narrazione culturale attraverso piatti che non conosci, ma che parlano dritti al palato.

Cucine del mondo? Sì, ma quelle vere

Un giorno ho camminato 40 minuti per arrivare da Miga, a Hackney, dopo aver letto una recensione di un blogger coreano che vive a Londra da 10 anni. Diceva: “Qui mi sembra di mangiare a casa di mia madre, ma con un tocco da chef che lei non avrebbe mai approvato.” E aveva ragione. Kimchi fatto in casa, brodo fermentato, ma anche impiattamenti puliti e una carta dei vini sorprendente. È cucina coreana, sì. Ma anche moderna, elegante, profondamente londinese.

La verità è che la forza di Londra sta nel non avere una vera cucina locale. E proprio per questo, ha tutto. Libanese a Soho, peruviano a Brixton, ramen a Fitzrovia, etiopico a Dalston. Ogni comunità si è portata dietro i propri sapori e li ha fatti maturare qui, in un contesto che premia chi osa.

A proposito: se ti capita di passare da Borough Market, lascia stare i soliti panini. Vai da Oma, uno dei posti più in voga del momento secondo il Financial Times. Cucina greco-mediterranea con vini naturali che sanno di sabbia e sale. Pochi posti, prenotazione consigliata. Molto consigliata.

Quanto costa mangiare bene a Londra? Non quanto pensi

C’è questa idea che tutto costi troppo. E spesso è vera. Ma ci sono eccezioni intelligenti. Secondo The Sun, ci sono almeno cinque ristoranti con stella Michelin dove puoi mangiare a pranzo con meno di £50. Tra questi Benares, cucina indiana con un tocco contemporaneo, e Galvin La Chapelle, francese elegante con menu fisso. Certo, non ci vai in jeans strappati. Ma non serve nemmeno l’abito da sera.

Un altro segreto? Il roast chicken. Sì, proprio il pollo arrosto. Ma fatto come si deve. Maison François a St James’s, oppure Bébé Bob a Soho: interi polli cucinati alla francese, croccanti fuori e teneri dentro, con contorni che cambiano a seconda della stagione. È una tendenza che prende piede, anche nei menu degustazione.

Burger da £300? Sì, ma per gioco

A Londra il burger non è più fast food. È un esperimento, uno statement, quasi un rito. Alcuni locali propongono hamburger con carne wagyu, foie gras, tartufo bianco e persino caviale. C’è chi arriva a £300. Roba da una volta nella vita. O mai.

Personalmente, consiglio di restare più sobri. C’è Honest Burgers, che ha sedi ovunque e usa carne inglese, patate fresche, salse fatte in casa. Oppure Bleeker, che ha vinto più premi di quanto uno pensi si possano dare a un panino con carne.

Il vino? Va scelto. Anche al bicchiere.

Molti ristoranti hanno wine list da intenditori, ma quello che cambia l’esperienza è la possibilità di scegliere vini al bicchiere buoni, anche rari. Tra i miei preferiti ci sono Plates, a Shoreditch, e Doppo, dove ogni etichetta ha una storia. Non solo numeri o gradi alcolici, ma racconti di terre e persone.

Zona centro o periferia? Dipende da chi sei

Se hai poco tempo, ti conviene restare in zona Soho, Covent Garden, Southbank. Qui c’è tutto. Ma spesso è pieno, caotico, più caro. I posti con l’anima, quelli che ti restano dentro, sono a nord e a est: Hackney, Dalston, Camden, Peckham. Ci arrivi in metro, ci perdi tempo, ma poi lo racconti.

Ti faccio un nome: Tatar Bunar, a Shoreditch. Cucina ucraina moderna, difficile da definire. Un mix tra comfort food e provocazione. Locale piccolo, lista d’attesa lunga. Ma l’atmosfera? Unica.

Un trucco da local? Prenota. Sempre. Anche per un ramen.

Ecco una cosa che molti italiani non capiscono subito: a Londra si prenota ovunque. Se non lo fai, rischi di girare un’ora, trovare solo catene o finire in un posto mediocre. Anche per il brunch domenicale conviene avere una prenotazione. Alcuni locali la gestiscono su app come OpenTable, altri solo via telefono o Instagram. Ma prenota. Fidati.

E se vuoi mangiare bene senza spendere troppo…

Cerca i “early bird menu”, cioè i menu a prezzo fisso serviti tra le 17:30 e le 19:00. Funzionano un po’ come da noi le offerte happy hour: meno gente, meno caos, stesso piatto, metà prezzo. Oppure guarda i “set lunch” dei ristoranti stellati: a volte sono veri affari.

Enjoy your meal!

Londra è un laboratorio culinario gigantesco, dove tutto cambia, esplode, si fonde. Ci sono ristoranti che durano un anno e poi spariscono, altri che resistono da decenni. Ma non si tratta solo di mangiare bene. Si tratta di scoprire sapori che ti cambiano la giornata. O il modo di vedere un Paese.

E poi diciamolo: mangiare a Londra oggi è anche un modo per capire dove sta andando il mondo. Perché in nessun altro posto si incontrano così tanti gusti, culture, tecniche e visioni future in un solo piatto. Serve tempo, curiosità e un pizzico di fortuna.

Ma se leggi fino a qui, ce li hai.


🔎​ Contenuto Verificato ✔️

Questo articolo è stato redatto basandosi su informazioni provenienti da fonti ufficiali e affidabili, garantendone l’accuratezza e l’attualità. Fonti consultate: Financial TimesTime Out LondonThe TimesThe SunWikipedia – The LedburyWikipedia – GymkhanaWikipedia – The River Café.

Content Manager con oltre 20 anni di esperienza, impegnato nella creazione di contenuti di qualità e ad alto valore informativo. Il suo lavoro si basa sul rigore, la veridicità e l’uso di fonti sempre affidabili e verificate.

Trending