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Come scrivere privatamente a Pier Silvio Berlusconi? Varie idee

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donna scrive una lettera a mano

Canali ufficiali, modelli e indirizzi per contattare in privato Pier Silvio Berlusconi: lettera, PEC ed email corrette, con consigli pratici.

Per raggiungere in modo riservato Pier Silvio Berlusconi, la via più efficace è percorrere i canali istituzionali che smistano la corrispondenza direttamente al suo ufficio. In termini pratici, il mezzo più lineare e rispettoso è la lettera cartacea indirizzata “Alla cortese attenzione di Pier Silvio Berlusconi” presso la sede operativa del gruppo a Viale Europa 46, 20093 Cologno Monzese (MI), indicando all’esterno “riservata personale” e adottando un formato professionale. Per comunicazioni digitali che necessitano di tracciabilità, si utilizzano i canali ufficiali del gruppo (ufficio stampa, Investor Relations, segreterie competenti), che instradano i messaggi verso la direzione quando il contenuto lo giustifica e quando sussiste un legittimo interesse.

Nel contesto di un grande gruppo media, i recapiti privati del vertice non sono pubblici e non vengono gestiti come caselle “one to one”. Ciò non impedisce di comunicare in modo privato e confidenziale: significa scegliere il canale più coerente con l’oggetto, progettare una richiesta chiara e verificabile, motivare perché la valutazione personale dell’amministratore delegato è pertinente e confezionare il tutto secondo la piramide inversa: informazioni essenziali in alto, dettagli a seguire. Se il tema è editoriale o di reputazione, si passa da Comunicazione/Press Office; se è finanziario o societario, da Investor Relations; se riguarda aspetti commerciali o partnership, da strutture dedicate che, ove necessario, coinvolgono la segreteria dell’AD. In tutti i casi, la dicitura “riservata personale” e una richiesta fondata aiutano lo smistamento verso l’ufficio giusto.

Canali che funzionano davvero (e quando usarli)

Il canale postale resta sorprendentemente efficace per garantire riservatezza, ordine e certezza di consegna. Una raccomandata A/R o un invio con corriere tracciato indirizzato alla sede di Cologno Monzese consente di attestare date, destinatari, contenuti e di beneficiare dei percorsi interni di protocollo riservato. È consigliabile inserire nel plico una busta interna sigillata, anch’essa intestata “riservata personale”, con lettera firmata in originale e contatti del mittente. Questa doppia chiusura è una prassi di buon senso per contenuti delicati, che agevola lo smistamento discreto all’ufficio dell’amministratore delegato.

Per via digitale, l’obiettivo di chi scrive è ottenere tracciabilità e pertinenza dello smistamento. L’interlocutore corretto dipende dal merito della comunicazione: se si tratta di un’intervista, di un chiarimento su contenuti editoriali, di una questione d’immagine o di calendario palinsesti, si passa dall’Ufficio Comunicazione; se la materia tocca risultati, piani, governance, assemblee o azionariato, il percorso è l’Investor Relations; per la parte commerciale e pubblicitaria la porta d’ingresso è la concessionaria del gruppo. Il principio di fondo è semplice e pragmatico: il canale competente ha l’autorità di coinvolgere la segreteria di direzione quando la richiesta richiede un vaglio personale, e lo fa preservando tempi, privacy e priorità. Aggiungere in oggetto “RISERVATA PERSONALE – per l’AD” e specificare il motivo concreto dell’inoltro aiuta a evitare passaggi superflui.

I social non sono la scorciatoia giusta. Anche quando un dirigente è citato in post o articoli, le pagine corporate non sono caselle private; rispondono team editoriali, che non possono garantire né riservatezza né celerità verso la scrivania dell’AD. È più saggio usare un canale ufficiale chiaro, che lasci traccia e indirizzi correttamente il messaggio. Lo stesso vale per contatti informali o conoscenze laterali: spesso rallentano il processo e generano aspettative non gestibili. La via diritta è quella che unisce pertinenza, forma e rispetto dei ruoli.

Strutturare il messaggio con la regola delle 5 W

Dal punto di vista giornalistico e professionale, la differenza la fa la qualità del testo. Scrivere in modo essenziale, secondo la regola delle 5 W, rende il messaggio immediatamente leggibile anche da chi riceve decine di dossier al giorno. Si parte da chi scrive: nome e cognome, ruolo, eventuale testata o società, recapiti. Si spiega cosa si chiede: una richiesta di riscontro, una disponibilità a intervista, un chiarimento su uno specifico tema, un incontro di lavoro. Si precisa quando serve una risposta o una finestra temporale per un contatto, evitando ultimatum; è utile proporre due fasce orarie in cui essere raggiungibili. Si indica dove si propone il confronto: call, incontro in sede, risposta scritta. Infine si motiva il perché: l’interesse pubblico, l’urgenza informativa, la rilevanza economica, un impatto reputazionale, il valore della proposta.

Il testo va impostato con piramide inversa: nelle prime cinque-sei righe devono stare l’identità del mittente, l’oggetto reale della richiesta e l’esito atteso. Subito dopo si aggiungono i dettagli necessari alla valutazione, evitando ridondanze, aggettivi superflui, formule iperboliche o motivazioni generiche. Una struttura ordinata aiuta i filtri interni a capire se la questione richiede un inoltro alla segreteria dell’AD o se può essere gestita da un responsabile di funzione. Includere riferimenti verificabili (date, atti, comunicati, codici pratica) e allegare un PDF sintetico, non editabile e ben nominato, migliora il tasso di lettura. Gli allegati devono essere pochi e pertinenti; meglio rinunciare a presentazioni pesanti e link a cartelle con permessi instabili.

Il tono è parte della sostanza. Un registro professionale, sobrio, diretto aumenta le probabilità di risposta. Le formule assertive funzionano solo se sorrette da fatti; le pressioni emotive o i richiami personali sono controproducenti. Una buona prassi è dichiarare chiaramente i prossimi passi proposti (“valutazione per un’intervista di 20 minuti nelle finestre a scelta”, “riscontro scritto su due punti in allegato”, “call operativa per valutare una collaborazione”). È altrettanto importante mostrare flessibilità: offrire margine sul calendario, accettare alternative, tenere conto delle priorità del destinatario.

Lettera cartacea, email tracciabile e PEC: quale canale scegliere

La lettera cartacea è lo strumento con il miglior rapporto tra discrezione, formalità e certezza di arrivo quando si desidera un contatto privato. Va preparata su carta semplice o intestata, con margini ampi e firma autografa leggibile. La busta esterna riporta chiaramente il destinatario e, se il contenuto è sensibile, la dicitura “riservata personale”. Il passaggio in protocollo tutela sia chi invia sia chi riceve: la lettera entra in un percorso di smistamento dedicato e può essere assegnata alla lettura del diretto interessato o della sua segreteria. Inserire un recapito telefonico e una finestra oraria in cui essere richiamati è un accorgimento che accorcia i tempi.

Sul fronte digitale, l’email inviata agli uffici competenti è il canale più rapido. Perché l’inoltro al vertice sia valutato, deve essere evidente la legittimità dell’interesse e l’utilità di una valutazione personale. L’oggetto va scritto con cura, aprendo con “RISERVATA PERSONALE –” seguito da un titolo breve e informativo. Nel corpo del messaggio, il riassunto iniziale in tre-quattro righe concentra l’attenzione sull’essenziale; poi, in uno o due paragrafi, si argomenta senza divagare. L’allegato ideale è un PDF di una pagina con i dati, le opzioni di calendario e i contatti del mittente.

Quando serve valore legale di invio e consegna o quando si gestiscono atti con scadenze, si ricorre alla PEC, lo standard che fornisce ricevute di accettazione e consegna. Il corretto indirizzo PEC del perimetro societario si individua tramite gli elenchi ufficiali e consente di indirizzare l’istanza a strutture con competenza formale (affari societari, segreterie di direzione, legale). Nella PEC conviene riprodurre la stessa disciplina della lettera cartacea: oggetto sintetico, qualificazione del mittente, richiesta chiara, allegato firmato digitalmente se necessario. Poiché la PEC ha limiti di peso e di formato, si allegano solo documenti essenziali, evitando archivi compressi o link esterni che potrebbero decadere. È fondamentale motivare l’inoltro in termini oggettivi (interesse pubblico, adempimenti, diritti da esercitare) e mantenere un tono rispettoso.

Cosa scrivere (e cosa evitare) per farsi leggere davvero

Un testo privato non è un memoriale: l’obiettivo è rendere facile la decisione a chi riceve. In apertura, oltre a presentarti, esplicita il beneficio di una risposta: chiarire un punto oggetto di notizia, autorizzare una partecipazione editoriale, valutare una proposta con impatto industriale, rispondere a un quesito societario. Nel paragrafo centrale, circoscrivi i fatti con dati verificabili: date, cifre, documenti, soggetti coinvolti. Se chiedi un’intervista, proponi un format conciso e una scaletta di temi, evitando domande vaghe e liste chilometriche; se cerchi un commento su una vicenda, indica la deadline editoriale e spiega perché la sua posizione aggiunge valore informativo; se avanzi una collaborazione, specifica target, obiettivi, KPI, risorse e perché l’iniziativa è coerente con il posizionamento del gruppo.

Ci sono errori che rallentano o bloccano le risposte. Le richieste generiche (“vorrei parlare con la direzione”) finiscono nel limbo; le mail senza oggetto informativo vengono de-prioritizzate; i messaggi che mescolano argomenti non correlati risultano opachi. Evita allegati pesanti o formati proprietari difficili da aprire; meglio un solo PDF chiaro, con nome file significativo. Non allegare documenti d’identità o dati sensibili se non strettamente necessari: la minimizzazione è un obbligo e una buona prassi. Evita toni ultimativi o richieste di favore personale: in un contesto professionale contano merito, pertinenza, interesse pubblico. Infine, dichiara sempre un recapito diretto e due fasce orarie in cui sei raggiungibile, così da facilitare una call di cortesia o un riscontro operativo.

Un accorgimento spesso decisivo è la chiarezza sui prossimi passi. Se proponi un’intervista, indica due finestre di 20 minuti nella settimana successiva e una terza di riserva; se chiedi un commento scritto, anticipa le due domande centrali e la lunghezza massima richiesta; se avanzi una proposta, specifica le milestone e l’orizzonte temporale. Tutto questo non deve dilatare il testo: sta in un paragrafo essenziale, che dimostra organizzazione e rispetto dei tempi del destinatario. Chiudere offrendo flessibilità (“resto a disposizione per adattare calendario e formato in base alle vostre priorità”) è segnale di stile e intelligenza relazionale.

Privacy, riservatezza e basi giuridiche: come tutelarsi e tutelare

Scrivere privatamente a un esponente di vertice significa anche gestire bene privacy e riservatezza. Nel messaggio è utile precisare che i contenuti sono destinati all’ufficio dell’amministratore delegato e ai soggetti da lui designati, per le sole finalità connesse alla richiesta. Se tratti dati personali di terzi, devi indicare la base giuridica del trattamento (ad esempio esercizio del diritto di cronaca, adempimento di obblighi, tutela di un diritto) e limitarti ai soli elementi necessari. Evita di diffondere dati eccedenti o dettagli non pertinenti; se devi condividere materiale sensibile, valuta la busta interna nel cartaceo o un allegato protetto in digitale, comunicando la password su canale separato.

Sul piano deontologico, ricordati che la controparte ha processi e vincoli: i contenuti potenzialmente market sensitive vengono gestiti con attenzione; le richieste su dossier non pubblici richiedono filtri e talvolta non possono essere accolte prima dei tempi tecnici. Per questo è utile offrire alternative: se non è possibile un commento on the record, può esserlo un background; se non è possibile un’intervista lunga, può esserlo una finestra breve su pochi punti chiave. La disponibilità a considerare una risposta scritta o a posticipare una deadline, quando l’interesse pubblico non ne risente, è un segnale di affidabilità.

Un altro aspetto da curare è la tracciabilità. Con posta e corriere conservi ricevute e tracking; con l’email archivi invio e risposta; con la PEC ottieni ricevute formali. Mantieni un registro minimo della corrispondenza (date, oggetto, mittente/destinatario, esito) e, se utile, annota i follow-up programmati. Evita invii multipli su canali diversi nello stesso momento: generano duplicazioni. Meglio un invio ben mirato, seguito — se serve — da un promemoria cortese dopo un tempo congruo. In generale, per materiali editoriali ordinari, un riscontro entro 5-10 giorni lavorativi è realistico; per temi complessi o istituzionali, le valutazioni possono richiedere tempi più lunghi.

Un esempio concreto di impostazione che viene letta

Immagina di dover proporre un’intervista legata a un dossier industriale. L’oggetto dell’email potrebbe aprirsi con “RISERVATA PERSONALE – Proposta intervista su [tema]”, seguito da una riga informativa. Le prime quattro-cinque righe del corpo concentrano chi sei (nome, testata/società, recapito diretto), cosa chiedi (intervista di 20 minuti, data flessibile), quando (tre finestre proposte), dove (call o incontro in sede) e perché (interesse pubblico, chiarimento su un dato). Il paragrafo successivo delinea due temi centrali e chiarisce che non si tratta di un confronto a ruota libera, ma di un formato snello e rispettoso dei tempi. In chiusura, una riga su allegato PDF con dettagli e una dichiarazione di flessibilità per calendario e modalità.

Se invece la questione è societaria (ad esempio chiarimenti su una nota di bilancio o su un evento di mercato), il messaggio transita da Investor Relations, con riferimenti puntuali ai documenti pubblici, alle date e alle vanishing points da chiarire. Qui è bene evitare domande vaghe e puntare su quesiti precisi. Il tono resta professionale e non polemico; la richiesta va motivata per legittimo interesse informativo o operativo. Nei casi in cui la risposta debba accompagnare una ripubblicazione o una rettifica, è doveroso indicare la scadenza e l’impatto della mancata risposta, senza trasformare la comunicazione in un ultimatum.

Per una proposta industriale o commerciale che potrebbe, se valida, salire al vaglio del vertice, l’ingresso è attraverso le strutture competenti. Qui conta la sostanza: obiettivo, target, investimento, KPI, sinergie con i brand, quadro competitivo. Più la proposta è informata e compatibile con la linea editoriale e industriale del gruppo, più è probabile che venga portata all’attenzione dell’amministratore delegato con un executive summary. È utile specificare se si dispone di diritti su format o contenuti, se si è depositato materiale e se si è disponibili a un NDA per la discussione approfondita. Anche in questo scenario, la dicitura “per conoscenza alla segreteria di direzione” ha senso solo quando l’impatto strategico lo giustifica; diversamente, appesantisce senza aggiungere valore.

La via che ottiene ascolto

Scrivere privatamente a Pier Silvio Berlusconi non è un esercizio di bravura, ma un metodo: scegliere il canale giusto, essere chiari nelle prime righe, documentare con misura, rispettare i ruoli e i tempi. La lettera cartacea indirizzata alla sede di Cologno Monzese mette il messaggio in un percorso discreto e tracciato; i canali digitali ufficiali garantiscono smistamento competente e, quando serve, il coinvolgimento della segreteria dell’AD; la PEC aggiunge forza probatoria quando la forma è sostanza. Un testo costruito con le 5 W, un tono professionale, allegati essenziali e una finestra realistica per il riscontro fanno il resto. È così che una richiesta legittima diventa ascoltabile: senza scorciatoie, senza sovratoni, ma con la credibilità di chi conosce le regole e le usa per dialogare nel modo più rispettoso ed efficace possibile.


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Questo articolo è stato redatto basandosi su informazioni provenienti da fonti ufficiali e affidabili, garantendone l’accuratezza e l’attualità. Fonti consultate: FininvestPublitalia ’80Mediaset InfinityQui MediasetMediamond.

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