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Chi nomina il medico competente: obblighi, ruoli e responsabilità

Scopri chi nomina il medico competente, quando è obbligatorio, perché è fondamentale per la sicurezza e la salute di ogni ambiente di lavoro.
La salute nei luoghi di lavoro è una di quelle cose di cui ci si accorge davvero solo quando manca. In Italia, il sistema di prevenzione è regolato in modo rigoroso, e all’interno di questo meccanismo una figura è diventata cruciale: il medico competente. Non è un titolo generico, non è un medico “qualsiasi” chiamato a fare qualche visita di routine.
È una figura professionale con competenze precise, con una formazione specifica e con responsabilità definite dalla legge. Eppure la domanda centrale non riguarda solo chi è o cosa fa, ma chi lo nomina e quando scatta davvero l’obbligo di averne uno in azienda.
Perché dietro questa scelta non c’è solo burocrazia: c’è la sicurezza di chi lavora, la conformità alle norme, ma anche la consapevolezza che senza certe tutele un ambiente di lavoro non è mai davvero sicuro.
Chi nomina il medico competente
Il compito spetta al datore di lavoro
La legge non lascia spazi a interpretazioni: è il datore di lavoro che deve nominare il medico competente. Nessun delegato, nessuna “scappatoia”: l’obbligo è personale e diretto.
La nomina deve essere formale, messa nero su bianco in una lettera che contenga tutto ciò che serve – dai dati dell’azienda alla durata dell’incarico, fino alla firma di entrambe le parti. Non è un dettaglio burocratico: quella lettera è ciò che rende l’incarico valido e riconosciuto. Senza, si rischia di trovarsi in una zona grigia dove la sorveglianza sanitaria non è garantita e le sanzioni sono dietro l’angolo.
Quando scatta l’obbligo
Non ogni azienda deve avere un medico competente. La legge prevede l’obbligo solo se, dopo la redazione del Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), emergono pericoli concreti per la salute dei lavoratori.
Parliamo di sostanze chimiche, di rumori oltre certi limiti, di vibrazioni, di agenti biologici o di videoterminali usati per più di 20 ore settimanali. In altre parole, non è la dimensione dell’azienda a determinare la necessità di un medico competente, ma la natura dei rischi a cui i lavoratori sono esposti.
Quando non è obbligatorio
Ci sono aziende che, per tipologia di attività, non richiedono la nomina di un medico competente. Se il DVR certifica che non esistono rischi che richiedano sorveglianza sanitaria, il datore di lavoro non ha l’obbligo di nominare nessuno.
Ma attenzione: questa esenzione deve essere documentata, registrata e aggiornata. Dire “non ci sono rischi” senza prove o senza un DVR solido significa trovarsi senza difese in caso di controlli o incidenti.
Modalità formali della nomina
Lettera d’incarico: la base di tutto
Non basta dire “ti nomino medico competente”: serve una lettera di incarico. È un documento ufficiale, che deve riportare con precisione chi è l’azienda, chi è il medico, quali mansioni avrà, per quanto tempo, come saranno gestite le visite, quali sono i riferimenti normativi. Deve essere firmata da entrambe le parti, datata e conservata.
È quella lettera che, in caso di controlli, dimostra che la nomina è stata fatta secondo legge e che il datore di lavoro ha rispettato i suoi doveri.
Responsabilità e revoca
Una volta nominato, il medico competente risponde delle sue attività, ma il datore di lavoro resta il primo responsabile.
Se il medico non svolge bene i suoi compiti, non effettua le visite o non collabora come previsto, la legge consente la revoca dell’incarico e la sostituzione con un altro professionista. Allo stesso modo, se il datore di lavoro ignora l’obbligo di nomina, scattano sanzioni pesanti: multe fino a 10.000 euro e persino l’arresto da tre a sei mesi nei casi più gravi.
Requisiti del medico competente
Per essere nominato, un medico deve avere titoli specifici: laurea in medicina e una specializzazione in Medicina del lavoro, Medicina preventiva dei lavoratori, Igiene e medicina preventiva, oppure determinati master universitari. Non basta la laurea in medicina.
Deve anche essere iscritto all’Elenco nazionale dei medici competenti, l’unico strumento che consente di verificare se la persona scelta ha i requisiti per ricoprire il ruolo. È una garanzia per l’azienda ma soprattutto per i lavoratori.
Forme di collaborazione
Il medico competente può essere assunto come dipendente interno, può operare come libero professionista o può essere incaricato tramite strutture convenzionate.
Non c’è una formula migliore di un’altra: dipende dalla dimensione dell’azienda, dal numero di lavoratori, dai rischi presenti. In una grande fabbrica potrebbe essere più utile avere un medico interno sempre disponibile; in una piccola realtà basta un libero professionista che venga in azienda quando serve.
Ruolo e compiti nella salute aziendale
Il medico competente non è una figura “di facciata”: è un tassello fondamentale nella gestione della sicurezza. Collabora con il Servizio di Prevenzione e Protezione e con l’RSPP alla stesura e all’aggiornamento del DVR, partecipa alla valutazione dei rischi, suggerisce soluzioni per ridurli.
In molti casi interviene già prima che il problema nasca, segnalando criticità e proponendo miglioramenti. È un lavoro silenzioso, ma decisivo per prevenire infortuni e malattie professionali.
Sorveglianza sanitaria
Uno dei compiti principali del medico competente è la sorveglianza sanitaria.
Significa fare visite mediche preventive per chi deve essere assunto, visite periodiche per chi è già in organico, controlli su richiesta se un lavoratore ha sintomi legati al lavoro.
Non solo: è lui che stabilisce i protocolli sanitari sulla base dei rischi reali, che decide quali esami servono e con quale frequenza, che compila le cartelle sanitarie e di rischio e che le conserva, nel rispetto della privacy, per almeno 10 anni dalla cessazione del rapporto di lavoro.
Formazione, informazione e sopralluoghi
Il medico competente non resta chiuso in un ambulatorio. Fa sopralluoghi in azienda, parla con i lavoratori, spiega i rischi in modo comprensibile.
Può organizzare incontri formativi, consigliare DPI (dispositivi di protezione individuale) adeguati, segnalare modifiche ai processi produttivi per renderli più sicuri. In questo modo diventa un riferimento per i dipendenti, qualcuno a cui chiedere chiarimenti o a cui segnalare problemi senza sentirsi giudicati.
Chi è obbligato a nominare il medico competente
Le aziende che lavorano con sostanze chimiche, che espongono i dipendenti a rumori, vibrazioni, agenti biologici, radiazioni ionizzanti o che richiedono l’uso intenso di videoterminali devono nominare un medico competente.
Non si tratta solo di fabbriche o cantieri: anche uffici e attività commerciali possono rientrare nell’obbligo, per esempio se i dipendenti passano gran parte del tempo davanti a un computer. È una questione di tipologia di rischio, non di settore.
Esempi pratici
Un’officina meccanica che usa solventi tossici, un cantiere con martelli pneumatici, un laboratorio di analisi con agenti biologici, ma anche un call center dove i lavoratori stanno più di 20 ore a settimana al PC: in tutti questi casi la nomina del medico competente è necessaria per legge.
Conseguenze della mancata nomina
Ignorare l’obbligo di nominare il medico competente non è solo un errore formale: è una violazione grave.
Significa esporre l’azienda a sanzioni amministrative e penali ma, peggio ancora, significa lasciare i lavoratori senza quella tutela che la legge ha voluto garantire. Senza un medico competente, non ci sono visite periodiche, non ci sono protocolli sanitari, non c’è controllo sui rischi.
E i rischi non scompaiono perché la legge non viene rispettata: restano, e spesso si trasformano in malattie professionali o incidenti che si sarebbero potuti evitare.
Interesse aziendale e prevenzione
Nominarlo non è solo un obbligo: è una scelta intelligente.
Avere un medico competente significa avere un alleato nella prevenzione, una figura che permette all’azienda di muoversi in sicurezza, di evitare multe e cause legali, ma soprattutto di proteggere le persone. Un’azienda che rispetta la salute dei suoi lavoratori guadagna fiducia, credibilità e anche produttività, perché un ambiente sicuro è un ambiente in cui si lavora meglio.
La responsabilità di nominare il medico competente spetta sempre e solo al datore di lavoro, e l’obbligo scatta ogni volta che i rischi lo richiedono. Non è una formalità, ma un atto che decide come la salute dei lavoratori sarà protetta, giorno dopo giorno.
E alla fine, in ogni ufficio, fabbrica o cantiere, questa è la differenza tra un’azienda che funziona e una che lascia al caso la sicurezza delle persone.
🔎 Contenuto Verificato ✔️
Questo articolo è stato redatto basandosi su informazioni provenienti da fonti ufficiali e affidabili, garantendone l’accuratezza e l’attualità. Fonti consultate: Vimed, Datorelavoro.it, Punto Sicuro, Unione Professionisti, Frareg.

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