Chi...?
Chi ha vinto le elezioni in Calabria? Cosa succede adesso

Roberto Occhiuto è il vincitore delle elezioni regionali in Calabria. Il presidente uscente, sostenuto dalla coalizione di centrodestra, si è imposto nettamente sullo sfidante del campo progressista Pasquale Tridico, confermandosi alla guida della Regione. Le proiezioni consolidate lo attestano attorno al 57–61% dei consensi, con Tridico fermo nella fascia 37–42% e il terzo candidato, Francesco Toscano, su numeri residui. È un margine ampio, che rende la rielezione non in discussione.
Il voto si è svolto domenica 5 e lunedì 6 ottobre 2025, con un’affluenza definitiva al 43,14%, in lieve calo rispetto al 44,36% delle regionali 2021. Il dato conferma un problema strutturale: molti elettori restano a casa, mentre i blocchi più fidelizzati decidono la contesa. In questo contesto, il centrodestra ha tenuto compatta la propria base e l’ha portata ai seggi.
Risultati, numeri e quadri politici
La fotografia del voto parla chiaro: Occhiuto fa il bis e allunga. Le proiezioni di giornata hanno oscillato in un corridoio stabile, sempre con il presidente uscente avanti di molto. Le rilevazioni più accreditate indicano centrodestra oltre la maggioranza assoluta e centrosinistra attorno a due quinti dell’elettorato, con margini minimi per la terza lista. Per il campo progressista, guidato da Tridico, non è bastata la convergenza siglata nelle ultime settimane: lo scarto è rimasto a doppia cifra dall’inizio dello spoglio fino alla stretta finale. Forza Italia risulta il primo partito regionale davanti al Partito Democratico, un dettaglio politico che pesa nella lettura del dopo-voto e negli equilibri interni alla coalizione di governo nazionale.
Il vincitore delle regionali in Calabria non porta a casa solo una riconferma: porta con sé legittimazione politica nella trattativa con Roma su infrastrutture, sanità e fondi europei. Il segnale nazionale è forte, tanto che da Palazzo Chigi sono arrivate congratulazioni immediate. È un capitale di consenso che, se ben speso, accelera i dossier fermi da anni e rafforza il protagonismo del Sud nei prossimi passaggi di bilancio.
Quando si è votato e con quali regole
Il voto si è tenuto in due giornate, domenica 5 (7–23) e lunedì 6 ottobre (7–15). Si è scelto Presidente e Consiglio regionale su un’unica scheda con simboli e nome del candidato presidente collegato; in Calabria non è previsto il voto disgiunto. Lo schema favorisce coalizioni coese e candidati riconoscibili, scoraggiando esperimenti last minute. Le urne hanno chiuso alle 15 di lunedì, quando è scattato lo spoglio. Il resto l’hanno fatto proiezioni e prime sezioni campione, sempre convergenti su una riconferma larga.
I candidati e le coalizioni in campo
Roberto Occhiuto, classe 1969, profilo istituzionale, è a capo di una coalizione che include Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega e formazioni civiche locali. Il baricentro è moderato, con un’agenda costruita su tre pilastri: sanità, infrastrutture, lavoro. La campagna è stata lineare, quasi “di governo”: risultati rivendicati, dossier da chiudere, scadenze stringenti sui cantieri strategici. Alla fine la strategia ha funzionato: messaggio chiaro, base mobilitata, leadership riconosciuta.
Pasquale Tridico, economista, europarlamentare del Movimento 5 Stelle ed ex presidente INPS, ha guidato il campo largo progressista con l’appoggio del Partito Democratico, di Alleanza Verdi e Sinistra e di altre sigle riformiste. Programma centrato su lavoro di qualità, sanità territoriale, politiche giovanili, trasparenza amministrativa. Campagna intensa e toni misurati, ma una rete territoriale meno rodata del blocco avversario e tempi stretti nell’assemblare l’alleanza.
C’era infine Francesco Toscano, giornalista e avvocato, sostenuto da Democrazia Sovrana e Popolare. Una candidatura identitaria, capace di accendere qualche riflettore ma rimasta al margine in termini numerici. Non abbastanza per incidere sulla dinamica principale: la sfida vera è rimasta un testa a testa sbilanciato, dominato dall’incumbent.
Chi è il presidente rieletto
Occhiuto appartiene a quella generazione di amministratori del Mezzogiorno cresciuti tra consigli comunali, Parlamento e gestione diretta della macchina regionale. Pragmatismo e attenzione alle leve amministrative sono stati i tratti ricorrenti del primo mandato. Dalla cabina di regia sui fondi europei alla partita sanitaria, ha preferito la logica del “fare” alla polemica continua. Nella comunicazione ha tenuto un profilo istituzionale, con passi medi e pochi strappi. La riconferma di oggi consolida un perimetro di potere locale che pesa anche nei rapporti con i partiti nazionali, a partire da Forza Italia, strategico nel Sud.
Perché ha vinto: i fattori chiave
In Calabria, la rielezione premia spesso chi riesce a coniugare continuità e affidabilità, soprattutto quando l’opposizione non riesce a trasformare il malcontento in alternativa credibile. Qui si sono sommate cinque spinte.
La prima è organizzativa: il centrodestra ha schierato una macchina territoriale compatta, con liste solide e candidati locali riconoscibili. Nei collegi dove contano relazioni e presenza fisica, questo fa la differenza.
La seconda è tematica: l’agenda dell’ultimo biennio ha messo sul tavolo dossier concreti e misurabili (ospedali, strade, ferrovie, porti). Anche laddove i cantieri non sono conclusi, l’elettore ha percepito un percorso avviato e un cronoprogramma in via di esecuzione.
La terza è politica: nel campo progressista, l’operazione “alleanza larga” è stata sincera ma faticosa. Il candidato ha retto bene la scena, tuttavia l’assemblaggio delle sigle e delle agende locali richiede tempi più lunghi per diventare trazione di voto. E il calendario non perdona.
La quarta è personale: nel voto regionale pesano facce, reputazioni, reti sociali. Un presidente uscente che non ha commesso errori vistosi parte con un vantaggio reale. Che poi si traduce in consenso se la campagna non deraglia.
La quinta è partecipazione: con un’affluenza sotto il 45%, il peso del voto organizzato cresce. Le aree dove i partiti hanno presidio e relazioni stabili si trasformano in serbatoi decisivi, mentre chi è indeciso o deluso resta a casa.
Sanità, infrastrutture, lavoro: dove si è giocata davvero
Sanità. La Calabria porta sulle spalle un fardello noto: carenze di personale, strutture da ammodernare, mobilità passiva verso altre regioni. L’elettore ha valutato non solo gli esiti, ma l’impressione di ordine e governo del settore. La domanda implicita è stata semplice: chi può far funzionare ospedali, territori, liste d’attesa? Alla fine, la promessa di continuità e messa in sicurezza ha convinto di più.
Infrastrutture. Dalla Salerno–Reggio Calabria ad alta velocità al porto di Gioia Tauro, il lessico è quello delle opere con l’iniziale maiuscola. Qui il ruolo di una Regione capace di premere su cofinanziamenti, commissari e tempi di gara è cruciale. Il centrodestra ha saputo intestarsi pratiche e avanzamenti, rivendicando risultati parziali e accordi cornice. In politica spesso vince chi fa vedere il cantiere, non solo chi lo promette.
Lavoro e imprese. In un territorio dove disoccupazione giovanile e migrazione interna segnano famiglie e comunità, ogni punto di PIL che resta a Sud fa notizia. Il messaggio “più investimenti, più turismo, più filiere agroalimentari” è arrivato, anche perché ancorato a misure e bandi. In controluce, la richiesta di semplificazione e tempi certi per chi investe.
Affluenza, paragoni e memoria recente
Il dato definitivo del 43,14% dice molto. Una parte larga dei calabresi ha scelto di non votare. È un fenomeno che non riguarda solo la Calabria, ma qui pesa doppio: popolazione dispersa, infrastrutture lente, scetticismo civile ereditato. La politica non può ignorarlo, specie quando al governo c’è chi ha vinto bene. Perché un consenso largo con pochi votanti è al tempo stesso forza e fragilità. Nel 2021 i votanti furono il 44,36%: la flessione è modesta, però il segnale resta. Mobilitare diventa il primo compito del secondo mandato.
Il confronto con quattro anni fa offre un’altra chiave: nel 2021 Occhiuto aveva vinto con un margine ampio; nel 2025 lo amplia. La scia è evidente: stabilità istituzionale, agenda riconoscibile, opposizione che non sfonda. In questi casi, l’elettorato tende a confermare chi governa, a patto che non ci siano inciampi clamorosi o ondate nazionali contrarie. Non è questo il caso.
La mappa politica: dove si vince e perché
Senza inseguire micro–numeri di sezione, il segnale che arriva dai capoluoghi e dalle aree interne è abbastanza uniforme: vantaggio diffuso del centrodestra e resistenza selettiva del centrosinistra in alcune zone urbane e in tratti di costa con maggior presenza di servizi, università, pubblica amministrazione. Nelle aree intermedie, le liste civiche collegate al presidente hanno funzionato da moltiplicatore. Il vincitore delle elezioni in Calabria ha così costruito un consenso trasversale, unendo voti identitari a voti d’opinione che premiano l’operatività.
Protagonisti, parole e reazioni
Nel giro di poche ore dalla chiusura delle urne, sono arrivate reazioni nazionali. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha parlato di “buon governo premiato” e ha ringraziato gli elettori calabresi, mentre il leader di Forza Italia e vicepremier ha rivendicato la centralità moderata nella coalizione. Dall’altra parte, Tridico ha riconosciuto il risultato e ha rivendicato il lavoro fatto in una campagna breve ma intensa, attorno a proposte su lavoro e welfare. Sono segnali politici che raccontano due stati d’animo diversi: gioia e responsabilità per i vincitori, riorganizzazione e analisi per gli sconfitti.
Nel dibattito regionale, il tema più citato resta la sanità. Qui si gioca la credibilità di chi governa. Seguono i capitoli infrastrutturali: alta velocità, collegamenti stradali interni, digitalizzazione delle aree non coperte. Poi c’è la partita Gioia Tauro: hub strategico del Mediterraneo, volano potenziale per logistica, manifattura leggera e servizi avanzati. Ogni punto di valore aggiunto che resta in Calabria significa posti di lavoro e ritorni fiscali. È un campo dove la Regione può fare da raccordo tra porto, imprese, scuole tecniche e università, creando pipeline di competenze.
Il ruolo della coalizione e gli equilibri dentro il centrodestra
Questa vittoria rafforza Forza Italia come perno calabrese del centrodestra, con Fratelli d’Italia e Lega determinanti nel costruire la maggioranza e il consenso di lista. La fotografia del voto, con il partito azzurro davanti al PD, non è un dettaglio di colore: influenza la gestione delle deleghe, la composizione della Giunta e la leadership sui dossier strategici. A Roma, il dato calabrese offre un argomento a chi sostiene la linea dell’unità di coalizione su riforme e conti pubblici. In Regione, assegna a Occhiuto una cabina di regia più forte.
Cosa cambia adesso: i dossier sul tavolo
Sanità regionale. Servono assunzioni, tecnologia, governo delle liste d’attesa, rete territoriale che non costringa i cittadini ai viaggi della speranza. È il capitolo più sensibile, quello su cui i cittadini giudicheranno giorno per giorno.
Alta velocità e ferrovie. La Salerno–Reggio Calabria in versione AV è un progetto che richiede coerenza, pressing sui tempi di RFI e un’interlocuzione continua col Ministero. La Regione dovrà tradurre in cantieri gli impegni presi, lavorando su stazioni, interconnessioni, cantierizzazione.
Porti, logistica, ZES. Gioia Tauro è una piattaforma naturale per l’economia del mare. Occorre tenere insieme dogane, semplificazioni e formazione. Le Zone Economiche Speciali possono fare la differenza se collegate a filiere vere e non a spot.
Lavoro e giovani. Il tasso di disoccupazione giovanile resta alto. Investimenti, ITS e campus professionalizzanti sono la via per trattenere competenze e riportarne. Ogni bando PNRR tradotto in progetto compiuto è un pezzo di futuro.
Transizione energetica. Tra rinnovabili, comunità energetiche e efficienza degli edifici pubblici, il margine di miglioramento è enorme. Il sud può essere frontiera se abbina regole chiare, velocità autorizzative e una mappa di siti adatti.
Cosa significa per l’opposizione
Per il centrosinistra guidato da Tridico la serata lascia un punto fermo: la convergenza tra PD, M5S e sinistra ecologista è condizione necessaria, ma non sufficiente. Serve radicamento territoriale e una piattaforma programmatica capace di parlare alle periferie e ai ceti produttivi, oltre che ai giovani. La campagna ha mostrato spunti e profili credibili, ma non è bastato. La prossima sfida è non disperdere il patrimonio di voti e costruire una alternativa riconoscibile con tempi lunghi. Gli elettori premiano la serietà e la continuità: bisogna offrirle anche dall’opposizione.
Cronaca di una vittoria annunciata, con una lezione chiara
La Calabria ha scelto la continuità. La domanda “chi ha vinto le elezioni in Calabria” oggi ha una risposta semplice: Roberto Occhiuto. Ma il punto non è solo il nome del presidente. È la traiettoria che questo risultato imprime alla Regione: più forza negoziale con Roma, aspettative alte su sanità e infrastrutture, responsabilità piena su tempi e risultati. Il messaggio degli elettori è netto: mandato rinnovato, ora però contano i fatti. E qui non ci sono scorciatoie.
Il secondo mandato parte con condizioni favorevoli: maggioranza larga, leadership consolidata, attenzione nazionale. Eppure il banco di prova si gioca su dettagli che i cittadini misurano nell’arco di settimane: un pronto soccorso che funziona, un cantiere che apre davvero, un treno che arriva puntuale, un bando che si chiude senza pastoie. La politica, in fondo, è questa capacità di trasformare promesse in realtà verificabili. Se la Calabria vedrà cantieri avanzare e servizi migliorare, la vittoria di oggi sarà ricordata come l’inizio di una fase nuova. Se invece i tempi si allungheranno e i dossier resteranno al palo, il consenso ampio potrà diventare pazienza corta.
In ogni caso, la Regione rientra domattina nel ritmo ordinario, con un’agenda piena e un cronometro già avviato. Lo ha detto il voto: stabilità sì, ma con risultati. La sfida di Occhiuto e della sua squadra comincia adesso. E per i calabresi, che hanno messo una croce pensando alla vita di tutti i giorni, è questo l’unico parametro che conta davvero.
🔎 Contenuto Verificato ✔️
Questo articolo è stato redatto basandosi su informazioni provenienti da fonti ufficiali e affidabili, garantendone l’accuratezza e l’attualità. Fonti consultate: Ministero dell’Interno, RaiNews, ANSA, Sky TG24, TGCOM24, Il Fatto Quotidiano.

Chi...?Chi è Maria Grazia Chiuri, nuova direttrice creativa di Fendi
Domande da fareBuone notizie per Michael Schumacher? Un segno di speranza
Perché...?Perché hanno ricattato Jolanda Renga? Che è successo davvero
Quanto...?Quanto vale il + nei voti? Finalmente una curiosità svelata
Che...?Ponte sullo Stretto, visto negato: che cosa succede ora?
Domande da fareL’Italia va ai mondiali se… Ecco le possibili combinazioni
Chi...?Chi ha vinto le elezioni in Toscana? Ecco il risultato finale
Come...?Capo Verde ai Mondiali: com’è nato questo miracolo sportivo












