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Che formaggi si possono mangiare con i diverticoli?

Mangiare formaggi con diverticoli? Ecco una guida chiara e umana su quelli da scegliere, con porzioni giuste e spiegazioni semplici.
Parliamoci chiaro: convivere con i diverticoli è una rogna. Non ti ammazza, ma ti complica la vita. Mangiare diventa un esercizio di attenzione continua, e anche le cose più semplici – come un pezzo di formaggio – finiscono sotto esame.
Perché? Perché se sbagli, lo senti subito. Pancia gonfia, dolori, magari un attacco di diverticolite. E allora ti ritrovi su Google a cercare: che formaggi posso mangiare con i diverticoli?
Ci sono passato. Mia madre ha avuto episodi pesanti di diverticolite qualche anno fa. Ricoveri, antibiotici, visite su visite. Da lì, dieta rivista da cima a fondo. E la prima cosa che ha chiesto al nutrizionista è stata proprio questa: “Posso continuare a mangiare un po’ di formaggio ogni tanto?”. La risposta non è stata un no secco, ma nemmeno un sì spensierato. Serve attenzione. E conoscenza. E un po’ di buon senso, anche.
Quello che segue è tutto quello che abbiamo imparato. A tavola, parlando con specialisti veri, leggendo, sperimentando. Senza estremismi. Ma con la consapevolezza che la pancia non perdona.
Formaggi e diverticoli: non è questione di demonizzare
La prima cosa da chiarire è che i formaggi, in sé, non sono proibiti per chi ha i diverticoli. Nessuno studio serio ha mai detto “vietato il parmigiano” o “guai a toccare la ricotta”. Il problema è un altro: come il corpo li digerisce, e cosa succede a livello intestinale dopo averli mangiati.
I diverticoli sono sacche che si formano nelle pareti del colon, di solito nella parte sinistra. Se restano lì, tranquilli, va tutto bene. Il guaio è quando si infiammano. E spesso – ma non sempre – questo accade anche a causa di alimenti troppo ricchi, o mal combinati. I formaggi, soprattutto quelli grassi, possono essere difficili da digerire e favorire fermentazioni intestinali. Ma non tutti. E non per tutti.
Quindi no, non devi eliminarli. Devi solo scegliere quelli giusti, al momento giusto, e mangiarli in quantità umane.
Quali scegliere, davvero
La regola generale è abbastanza intuitiva: meno grassi e meno sale, meglio è. Ma anche la consistenza, la stagionatura, il tipo di latte fanno la loro parte.
Prendi la ricotta vaccina, per esempio. È morbida, fresca, digeribile. Ottima anche da spalmare su una fetta di pane integrale tostato. Quella di pecora, invece, è più ricca, più saporita, ma anche più pesante. Mia madre la tollera malissimo.
I fiocchi di latte sono un’altra scelta valida. Magari non saranno il massimo della gioia per il palato, ma fanno il loro dovere: poca materia grassa, alto contenuto proteico, zero fermentazioni.
Anche lo stracchino o la crescenza, se sono le versioni “light”, possono rientrare in una dieta equilibrata. Occhio però a non abusarne. La leggerezza ha un limite.
La mozzarella, quella fresca, non è vietata, ma nemmeno da mettere a ogni pasto. Anche perché spesso è più grassa di quanto sembri. Qui serve un po’ di attenzione alle etichette. Il “light” vero si riconosce dalla percentuale di grassi sul secco. Non da quello che dice la pubblicità.
I formaggi da maneggiare con cautela
Tutto ciò che è stagionato, salato, fermentato, è più difficile da gestire. Il parmigiano, per dirne uno, è un classico: buono, saporito, pieno di calcio. Ma anche concentrato di grassi e proteine. Se ne gratti un po’ sulla pasta, va bene. Se ne mangi 50 grammi davanti alla tv, no.
Poi ci sono i grandi esclusi. Il gorgonzola, il taleggio, il brie. Formaggi molli, spesso pieni di muffe nobili. Non che siano tossici, sia chiaro, ma in presenza di diverticolosi attiva – o di un intestino capriccioso – possono scatenare gonfiori e dolori, anche il giorno dopo. A mia madre bastava un boccone di camembert per passare una notte agitata.
Stessa cosa per il pecorino stagionato: troppo salato, troppo intenso. Una fettina sottile, ogni tanto, si può anche fare. Ma non diventi un’abitudine.
E durante la fase acuta?
Quando la diverticolite è in corso, meglio sospendere tutti i latticini, punto. In quel momento l’intestino è infiammato, i tessuti sono più sensibili, e il corpo ha bisogno di tranquillità.
Si segue una dieta a basso residuo, praticamente in bianco: riso, brodi, carni bianche sgrassate, un po’ di patate lesse. Il formaggio, anche il più leggero, può rallentare la guarigione. Non è una punizione, è solo una fase. Dopo si torna a mangiare quasi tutto, ma con le dovute cautele.
I formaggi senza lattosio sono meglio?
Dipende. Se hai anche intolleranza al lattosio, certo che sì. Aiutano. Ma se non ce l’hai, non è detto che siano più digeribili. Alcuni prodotti “delattosati” sono pieni di panna o altri grassi per compensare il gusto. Quindi va letto bene l’elenco degli ingredienti, non solo il claim sulla confezione.
Detto questo, una ricotta delattosata light, o una mozzarella senza lattosio di buona qualità, possono essere ottime opzioni. Basta inserirle in un pasto ben equilibrato. Non a fine cena, magari, e nemmeno come spuntino notturno.
Quanta quantità è davvero ok?
Qui vale il principio della moderazione. Nessun formaggio, anche il più innocuo, va bene tutti i giorni. Due o tre volte a settimana sono più che sufficienti. E non parliamo di 100 grammi, eh. Una porzione sana sta tra i 30 e i 50 grammi.
Un altro trucco utile è non mangiarli mai da soli. Aggiungili a un piatto completo: con verdure cotte, pane integrale, cereali, magari un filo d’olio. In questo modo rallenti l’assorbimento, aiuti la digestione, e limiti i picchi di fermentazione.
E poi ascolta il tuo corpo. Davvero. C’è chi tollera bene lo stracchino, ma non la crescenza. Chi mangia la feta senza problemi, ma non riesce a digerire una sottiletta. Non siamo tutti uguali, e l’intestino, quando non è contento, lo dice.
Una tabella per non sbagliare
Abbiamo preparato (per gli amanti di questo prelibato alimento), una tabella riassuntiva con i principali formaggi permessi in caso di diverticoli, accompagnata da una spiegazione semplice del perché sono adatti:
Formaggio | Perché è consentito |
---|---|
Ricotta vaccina | È fresca, leggera, povera di grassi e facilmente digeribile. Meglio se magra. |
Fiocchi di latte | Basso contenuto di grassi, ricchi di proteine, ottima digeribilità. |
Mozzarella light | Poco sale e grassi contenuti (solo nella versione light), tollerabile in piccole dosi. |
Formaggio spalmabile light | Morbido, poco stagionato, con grassi ridotti. Meglio se senza lattosio. |
Stracchino light | Fresco e cremoso, più digeribile se a ridotto contenuto di grassi. |
Crescenza | Simile allo stracchino, morbida e a bassa stagionatura, ben tollerata in piccole dosi. |
Primosale vaccino | Formaggio giovane e poco salato, con buona digeribilità e contenuto di grassi moderato. |
Ricotta delattosata | Ottima per chi ha intolleranza al lattosio, leggera e proteica. |
Mozzarella delattosata | Alternativa per chi ha sensibilità al lattosio, purché sia fresca e leggera. |
Se consumati in porzioni moderate (30-50 g) e non tutti i giorni, ma inseriti in una dieta bilanciata, possono tranquillamente far parte del tuo menù settimanale, ache se soffri di diverticoli.
Non è una questione di rinunce, ma di scelte
Mangiare bene con i diverticoli non significa mangiare male. Serve un po’ di adattamento, certo. E bisogna togliersi di dosso quella fretta da supermercato che ci fa mettere nel carrello sempre le stesse cose, senza leggere nulla.
I formaggi si possono mangiare. Eccome. Ma vanno scelti con la testa. Magri, freschi, equilibrati. E vanno mangiati in momenti giusti, in contesti giusti.
Così facendo, puoi anche concederti un pezzetto di formaggio buono senza temere la vendetta dell’intestino.
Che poi è questo il punto: volersi bene anche a tavola. Senza esagerazioni, senza demonizzazioni, ma con rispetto. Perché il nostro corpo – intestino compreso – ci chiede attenzione, non sacrifici infiniti.
🔎 Contenuto Verificato ✔️
Questo articolo è stato redatto basandosi su informazioni provenienti da fonti ufficiali e affidabili, garantendone l’accuratezza e l’attualità. Fonti consultate: Humanitas, Fondazione Veronesi, Clinica Fornaca, Torrinomedica.

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