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Che cosa fa il figlio di Adriano Celentano: vita e scelte fuori dal coro

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foto de il figlio di Adriano Celentano di spalle

Scopri come Giacomo Celentano ha trovato nella fede e nella musica uno spazio autentico lontano dalla ribalta, raccontando la sua rinascita.

C’è una domanda che ogni tanto ritorna, quasi come una curiosità sussurrata tra amici davanti a un caffè: che cosa fa il figlio di Adriano Celentano? No, non stiamo parlando di gossip spicciolo, ma di quella voglia di capire che fine abbia fatto Giacomo, il secondogenito di una delle coppie più famose della musica italiana, e soprattutto che tipo di vita abbia scelto.

Magari lo ricordi a Sanremo, magari no. Ma la sua storia, oggi, vale la pena raccontarla. Così com’è, con qualche pausa e pure qualche dettaglio che spesso sfugge.

L’inizio: crescere Celentano senza farsi travolgere

Non è facile essere figlio di due “monumenti” come Adriano e Claudia Mori. Te lo immagini? Da una parte la forza creativa del padre, uno che ha segnato la storia della musica italiana (e non solo). Dall’altra la mamma, attrice, produttrice, donna capace di tenere la scena e la famiglia senza perdere mai il controllo. Poi arrivi tu, Giacomo, il terzo della fila, dopo Rosalinda e Rosita. Un cognome che pesa, inutile girarci intorno.

Eppure Giacomo Celentano non ha mai cercato scorciatoie. Ha sempre dichiarato che, sì, ha avuto tutto dalla vita, ma le scelte ha dovuto farle comunque. Scuola, amici, qualche delusione. E la passione per la musica che scorre nelle vene, quasi fosse un destino. Ma non un obbligo.

La musica: una carriera senza rumore

Si dice sempre che chi nasce figlio d’arte abbia la strada spianata. Beh, non è sempre vero. Giacomo pubblica il suo primo disco, “Dentro il bosco”, nel 1989. Sono anni in cui il pop italiano cambia pelle, si apre a nuove sonorità, si cerca uno spazio tra giganti. Non è stato facile farsi ascoltare. Soprattutto se, quando entri in una sala d’incisione, tutti si aspettano “il nuovo Adriano”. Ma lui non lo è. E forse nemmeno ci tiene a esserlo.

L’approccio è diverso, più raccolto, più intimo. Canzoni scritte di notte, a volte con amici di famiglia come Mario Lavezzi, altre in solitudine. Sì, qualche volta anche con papà Adriano: è il caso di “Vento d’estate”, un brano che segna l’inizio di una collaborazione, certo, ma anche la voglia di costruire qualcosa che sia solo suo. Giacomo ci crede, nonostante tutto. Sanremo lo chiama nel 2002, nella sezione Giovani. Porta “You and Me”, una canzone sincera, un po’ fuori moda per quei tempi, forse, ma vera. Arriva in finale. Non vince, ma resta. E non sparisce subito come tanti altri.

I momenti difficili: quando la luce sembra spegnersi

Poi, la vita si complica. Succede. Anche a chi nasce fortunato. Giacomo lo racconta senza filtri: dopo il palco dell’Ariston c’è stato il buio. Una depressione che lo ha bloccato, giorno e notte. Problemi respiratori, ansie, quel senso di inadeguatezza che può arrivare anche quando, apparentemente, hai tutto. Non si vergogna a dirlo: “Pensavo di non farcela”. E invece.

Qui entra in gioco la fede. Sì, quella con la F maiuscola. Quella che ti salva o ti spacca. Per lui è stato l’inizio di una nuova vita. Legge, studia, incontra persone che gli parlano di Dio in modo semplice. Si aggrappa a qualcosa che va oltre il successo o i riflettori. Scrive, riflette, si mette in discussione. Trova una nuova voce, più profonda, più spirituale.

L’amore: una storia fuori dagli schemi

E proprio quando sembra che la vita abbia deciso di complicarsi, arriva Katia. Non è una storia da rotocalco, la loro. Si conoscono per caso, si frequentano per mesi senza fretta. Un’amicizia che diventa amore, ma senza bruciare le tappe. Scelgono insieme un percorso particolare: niente sesso prima del matrimonio, una scelta che oggi sembra quasi rivoluzionaria. Lo raccontano senza imbarazzo, anzi. Un modo per conoscersi davvero, per capire se si può costruire qualcosa che duri.

Si sposano, finalmente. Nasce Samuele, il loro unico figlio. Un dono, come lo chiamano loro. La famiglia diventa il centro della vita di Giacomo. Le interviste si diradano, i concerti pure. Ma la musica non esce mai dalla porta. Solo che cambia tono. Diventa testimonianza, preghiera, a volte confessione.

Oggi: la scelta di restare fuori dal sistema

A chi glielo chiede, Giacomo risponde che la TV non gli manca. Anzi, racconta che da anni nessuno lo chiama più. Motivo? La fede, dice lui. “Non lavoro perché sono cristiano”, ha dichiarato più volte, anche con un filo di amarezza. Ma senza rancore. Piuttosto, con la serenità di chi ha trovato una strada diversa. Non è polemica, sia chiaro. È consapevolezza. Meglio pochi ma buoni, forse.

La musica è cambiata. Oggi scrive soprattutto per sé stesso, ma anche per chi ha bisogno di parole che parlino al cuore. “L’Eterno messaggio”, “Il Cantico di Zaccaria”, sono canzoni che difficilmente ascolterai in radio. Ma che circolano, eccome. Online, nelle parrocchie, nei piccoli eventi dove la gente arriva più per cercare una risposta che per vedere una star.

Non solo. Scrive libri. “La luce oltre il buio” è un racconto senza filtri della sua depressione e del cammino nella fede. Un testo che ha aiutato molti a sentirsi meno soli. Lo dicono le lettere, i messaggi, gli abbracci dopo le presentazioni. Qui non c’è scena, c’è verità. La stessa che racconta ogni volta che incontra giovani, famiglie, chiunque abbia voglia di ascoltare.

La famiglia Celentano oggi: ognuno con la propria strada

In casa Celentano non c’è competizione. Almeno, non come la si intende nel mondo dello spettacolo. Ognuno segue il proprio percorso. Rosalinda attrice, Rosita impegnata tra comunicazione e produzione.

Giacomo, invece, ha scelto la nicchia. Non ha mai cercato la luce dei riflettori, nemmeno da ragazzo. Oggi men che meno. Eppure il rapporto con il padre è forte, saldo. Collaborano, si confrontano. “Mio padre mi ha insegnato a credere in quello che faccio, anche quando sembra impossibile”. E la madre, Claudia Mori, c’è sempre. Un punto fermo, come in tutte le famiglie italiane dove la mamma è la vera regista.

A casa non si parla solo di musica. Si parla di vita vera, di crisi, di futuro. Ogni tanto, certo, arriva qualche invito, qualche proposta. Ma spesso resta lì, sul tavolo. Per scelta.

Il peso della fede e la voglia di restare autentici

Non è semplice parlare di fede, soprattutto nel mondo dello spettacolo. Qualcuno lo guarda storto, qualcun altro si sente ispirato. Giacomo non si nasconde. Ha detto no a tante occasioni che avrebbero potuto cambiare la sua carriera. Ma non ha mai avuto rimpianti veri. “Se Dio mi ha dato un talento, devo farlo fruttare, ma secondo le mie regole”. Sembra poco? Non lo è.

Partecipa a incontri, raduni religiosi, testimonianze. Ha trovato una comunità che lo accoglie senza chiedergli il cognome. Per lui vale di più di mille apparizioni in TV. Aiuta chi soffre di depressione, chi ha perso la strada, chi ha bisogno di parlare. Lo fa senza clamore. Senza telecamere. A volte solo con una parola o un sorriso.

Un percorso controcorrente, senza compromessi

Si dice spesso che per avere successo bisogna adattarsi, scendere a compromessi. Giacomo non ci sta. Ha scelto di essere libero. Libero anche di essere poco popolare, poco “vendibile”. Non tutti lo capiscono. Pazienza. Qualcuno lo giudica, altri lo stimano. Lui va avanti. Un passo dopo l’altro, senza fare rumore.

Non ha mai rinnegato le sue radici. Anzi. Ma non ha mai voluto usarle come trampolino. Oggi, a quasi sessant’anni, è uno dei pochi “figli di” che possono dire di non essersi mai fatti comprare dal sistema. Non è poco.

Le domande che tutti si fanno (ma a cui spesso non c’è risposta)

Qualcuno chiede: ma Giacomo tornerà mai in TV? Difficile. Non sembra la sua priorità. Qualcun altro si domanda se continua a fare musica. La risposta è sì, ma in modo tutto suo. Se pensi a un ritorno in classifica, sei fuori strada. La musica, per lui, è prima di tutto preghiera e racconto. Gli piace incontrare le persone, parlare, suonare dal vivo quando capita. Ma senza aspettative. Senza l’ansia della prestazione.

E i rapporti con la famiglia? Buoni, a quanto pare. Un po’ come succede in tante famiglie italiane, tra alti e bassi, discussioni, qualche abbraccio e – a volte – silenzi necessari.

La normalità dietro un cognome ingombrante

Che cosa fa il figlio di Adriano Celentano? Oggi Giacomo vive una vita autentica, tra musica, fede, scrittura e famiglia. Non cerca la popolarità, non rincorre la cronaca. Si è ritagliato uno spazio tutto suo, fatto di cose vere, di incontri veri, di piccole e grandi testimonianze.

Una vita che forse non finirà mai sulle copertine dei settimanali, ma che parla a chi sa ascoltare. E, a pensarci bene, c’è più Italia vera qui che in tante trasmissioni del prime time.

A volte basta poco: una chitarra, una voce, e la voglia di non mollare. E forse, alla fine, il trucco per restare se stessi – anche con un cognome così – è proprio questo.


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Questo articolo è stato redatto basandosi su informazioni provenienti da fonti ufficiali e affidabili, garantendone l’accuratezza e l’attualità. Fonti consultate: ilSussidiario.netHoepliChiesa di Milano.

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