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Magnetoterapia: a cosa serve, come funziona e quando usarla

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ragazza bruna si sottomette a sessione di magnetoterapia

Dolori articolari, fratture o artrosi? Scopri come la magnetoterapia può essere un alleato nella riabilitazione, con costi e opzioni chiare.

Non è esattamente il tema di cui si chiacchiera tra amici davanti a un caffè, ma basta avere avuto una frattura un po’ più complicata del previsto o un parente con problemi di artrosi per incrociarla, prima o poi. La magnetoterapia, detta anche terapia con campi elettromagnetici pulsati, è una di quelle tecniche che molti considerano un po’ da “riabilitazione alternativa”, e invece — sorpresa — è impiegata ogni giorno in centri medici e studi fisioterapici in tutta Italia.

E qui viene la domanda che tanti si fanno: funziona davvero?

Che cos’è la magnetoterapia

Se andiamo a cercare l’etimologia, troviamo “magneto”, dal greco, e “terapia”. Quindi, curare con i magneti. Detto così, sembra qualcosa che potrebbe uscire da un libro di medicina del Seicento. E in effetti, qualcosa di simile esisteva già allora. Parliamo di quando si credeva che le calamite potessero riequilibrare i fluidi del corpo. Oggi, ovviamente, non è questo il punto.

La magnetoterapia moderna nasce nel Novecento. Il vero salto, però, lo si fa con la scoperta dei campi elettromagnetici pulsati, quelli regolabili in frequenza, potenza e durata. Non stiamo parlando di qualcosa di magico. È fisica. Elettromagnetismo applicato a scopi medici. Le prime macchine professionali compaiono negli anni ’60 e vengono subito adottate in ortopedia, soprattutto per favorire il consolidamento osseo dopo fratture complicate o interventi chirurgici.

Col tempo, poi, si inizia a sperimentare su dolori articolari, artrosi, infiammazioni muscolari. Non è una rivoluzione, ma un supporto. Come una spinta dolce al corpo, per ricordargli che può guarire.

Come funziona la magnetoterapia

Ok, ma che succede esattamente quando ci si sottopone a una seduta? Te lo spiego come l’ha spiegato il fisioterapista a mia madre, quando le hanno prescritto la magnetoterapia per un problema al ginocchio. “È come se dessimo una sveglia alle tue cellule. Le aiutiamo a fare meglio quello che già sanno fare: rigenerarsi.”

In termini più tecnici, il dispositivo genera un campo elettromagnetico a bassa o alta frequenza, che attraversa i tessuti e stimola le cellule a ripristinare il loro equilibrio. La cellula, quando è in sofferenza, cambia polarità. Il campo magnetico cerca di rimetterla “a posto”.

Le sedute durano dai 30 ai 60 minuti. Non si sente nulla. Al massimo un po’ di calore, ma è soggettivo. Alcuni si addormentano. Altri leggono. Nessun dolore. Nessuna invasività.

Ci sono dispositivi diversi: con solenoidi rigidi o fasce flessibili, portatili o fissi. Ognuno con le sue particolarità. Ma alla fine, quello che conta è la costanza. Una volta ogni tanto non serve a nulla. Serve continuità.

Pro e contro

I vantaggi della magnetoterapia

Parliamoci chiaro: la magnetoterapia non è il Sacro Graal della medicina riabilitativa, ma neanche la bufala new age che qualcuno dipinge nei commenti sotto certi post. Come in tante cose che riguardano il corpo umano, la verità si trova nel mezzo. Ma un mezzo molto concreto, fatto di benefici reali per alcune persone, e di scetticismo giustificato per altre.

Prendiamo il caso di mio zio. Operato all’anca, la riabilitazione andava a rilento. Dolore, rigidità, senso di fastidio costante. Dopo due settimane di magnetoterapia quotidiana, a casa, ha cominciato a camminare meglio. Non un miracolo, eh, ma una svolta sì. Lui stesso dice: “Sembrava di non fare nulla, stavo lì con quella fascia attorno alla gamba a guardare la TV. Ma dopo qualche giorno, il dolore si è smorzato”.

Ecco, questo è un tipo di beneficio che si registra spesso: riduzione del dolore e infiammazione, specie quando i farmaci da soli non bastano o non sono ben tollerati. Non a caso molti fisioterapisti la inseriscono nei protocolli post-operatori o nei trattamenti per artrosi e dolori articolari cronici.

C’è anche chi racconta di aver accorciato i tempi di guarigione dopo una frattura. Non parliamo di settimane, magari. Ma anche solo qualche giorno in meno con il gesso o senza dolore può cambiare molto. Soprattutto per chi lavora, ha figli o semplicemente non vuole restare fermo a lungo.

Detto ciò, non è che funzioni sempre. O per tutti. Ci sono pazienti che fanno interi cicli senza notare miglioramenti evidenti. E può dipendere da mille fattori: il tipo di problema, lo stato del corpo, la costanza nel fare i trattamenti, persino l’apparecchio usato. Non tutti i dispositivi sono uguali e no, non basta comprarsi un cuscinetto magnetico su internet da 30 euro e sperare che risolva l’osteoporosi.

Poi c’è la questione delle aspettative. Certe persone arrivano convinte che la magnetoterapia “guarisca tutto”, perché magari l’hanno letto su una pubblicità o su un sito dai toni un po’ troppo entusiasti. Ma non funziona così. Non è una terapia autonoma. È una co-terapia, un supporto. Da sola non fa miracoli. Inserita in un piano ben fatto, invece, può fare molto.

Magnetoterapia controindicazioni

Veniamo alle controindicazioni. Ce ne sono, e non vanno sottovalutate. Una delle più importanti riguarda chi ha un pacemaker. Perché sì, i campi elettromagnetici possono interferire con i dispositivi elettronici impiantati. Non si scherza. Anche le pompe per insulina o altri apparecchi simili vanno valutati attentamente. E poi ci sono gravidanza, neoplasie, infezioni in fase acuta: in questi casi, la magnetoterapia è sconsigliata o proprio vietata.

C’è anche chi riporta effetti collaterali lievi. Stanchezza, leggera nausea, giramenti di testa. Raramente, ma succede. Lo dicono anche gli specialisti, soprattutto nei primi giorni di trattamento, quando il corpo “si abitua”. Alcuni pazienti più sensibili lo percepiscono subito. Una mia conoscente, ad esempio, dopo la prima seduta si è sentita intontita per un paio d’ore, come dopo un bagno caldo troppo lungo. Poi tutto è passato e ha proseguito il ciclo senza problemi.

E non dimentichiamoci di un altro aspetto: il tempo. Un ciclo efficace richiede regolarità. Alcuni si stancano dopo tre sedute e mollano. Ma non è così che funziona. Non è una pillola magica.

Ecco a che cosa serve la magnetoterapia

La vera domanda è questa: quando ha senso usarla? E la risposta, diciamolo subito, non è affatto netta. C’è chi ne trae beneficio in tempi brevi, chi ci mette un po’, e chi, semplicemente, non sente grandi cambiamenti. È come con tante terapie fisiche: dipende. Dalla persona, dalla patologia, da quanto si è costanti. Dallo stato generale di salute, perfino dall’età.

In alcune situazioni, però, diventa quasi un passaggio obbligato. O quantomeno una risorsa preziosa per non restare fermi. Anche perché muoversi col dolore addosso, quando ogni passo è una fitta o ogni notte si dorme poco per le articolazioni infiammate, diventa insostenibile. E allora sì, magari si prova la magnetoterapia.

Magnetoterapia alla caviglia

Partiamo da lì, dalla caviglia. Il classico infortunio da sport o da marciapiede rotto. Quando ti fai male sul serio, con gonfiore, versamento e magari una microfrattura che non si vede nemmeno subito alla radiografia. In quei casi, dopo le prime fasi acute, può arrivare la magnetoterapia.

Serve per ridurre il gonfiore, calmare l’infiammazione interna, ma anche per riattivare la circolazione nei tessuti molli. E soprattutto per aiutare il corpo a “riassorbire” il trauma. Non tutti lo sanno, ma dopo una distorsione seria, se non recuperi bene, puoi ritrovarti mesi dopo con instabilità o dolore cronico. Una signora che conosco, insegnante di yoga, ha fatto dieci sedute dopo una brutta caduta. Non solo il dolore si è attenuato: ha anche evitato la fasciatura rigida che le avrebbero imposto in ambulatorio.

Magnetoterapia anca

L’anca è un’articolazione delicatissima. Quando si parla di coxartrosi, ad esempio, il dolore è profondo, sordo, a volte arriva fin dentro il linguine. Ci si alza dal letto e già fa male. Peggio ancora le scale. C’è chi prende farmaci per anni e chi si convince che “è l’età”, ma non è sempre così.

Con la magnetoterapia si riesce, a volte, ad ottenere un miglioramento dell’elasticità articolare e una riduzione del dolore. Un mio vicino, ex muratore, giura che dopo 20 giorni di trattamento ha smesso di zoppicare. Non è tornato a correre, ovviamente, ma è tornato a camminare “quasi diritto”, come dice lui. E questo, per chi fa fatica anche a infilarsi le scarpe, è un risultato.

Magnetoterapia artrosi

È probabilmente il campo più esplorato della magnetoterapia. L’artrosi non è solo una questione di età. Colpisce anche chi ha fatto lavori usuranti, chi ha avuto traumi in passato, chi è semplicemente sfortunato geneticamente.

Mani, ginocchia, anche, spalle. Quando le cartilagini si consumano, ogni movimento diventa doloroso. Qui la magnetoterapia non ricostruisce nulla, chiariamolo subito, ma può ridurre l’infiammazione locale e dare un po’ di respiro. “Mi sentivo come se mi avessero tolto un peso dal ginocchio”, ha raccontato una pensionata dopo un ciclo da 20 sedute.

Attenzione però: spesso serve fare dei cicli ripetuti nel tempo. Uno e basta, in certi casi, non basta. Ma chi ha pazienza e perseveranza — e magari segue anche una buona fisioterapia — nota il miglioramento.

Magnetoterapia edema osseo

Questa è meno conosciuta, ma molto interessante. L’edema osseo è una condizione particolare: un accumulo di liquidi all’interno dell’osso. Non si vede subito, si diagnostica spesso con la risonanza. Provoca dolore profondo, a riposo, difficile da localizzare.

A un mio amico è capitato sciando: ha fatto un movimento sbagliato e per settimane sentiva “un dolore strano” al ginocchio. Diagnosi: edema osseo tibiale. Il fisiatra ha prescritto magnetoterapia mirata per 30 giorni, ogni sera. Dopo tre settimane, la differenza si sentiva. “Non mi sveglio più col ginocchio che brucia,” mi ha detto, incredulo. Forse non è stata solo la macchina, ma il fatto è che da lì in poi ha iniziato a migliorare davvero.

Magnetoterapia ginocchio

Se c’è un’articolazione che conosce la magnetoterapia meglio di tutte, è proprio il ginocchio. Traumi, interventi, menischi lesionati, condropatia rotulea, cartilagine usurata: ogni problema qui si ripercuote sulla vita quotidiana. Salire le scale, camminare in salita, persino stare in piedi fermi troppo a lungo può diventare complicato.

In questi casi, la magnetoterapia può aiutare a calmare le zone infiammate in profondità, dove pomate e antidolorifici faticano ad arrivare. Alcuni pazienti raccontano di sentirsi “più leggeri”, come se la gamba fosse meno rigida. Una descrizione curiosa, ma ricorrente. Anche chi si sottopone a interventi di protesi, spesso, fa un ciclo nei mesi successivi. Non sempre è sufficiente, ma può accelerare il recupero.

Magnetoterapia piede

Il piede viene spesso sottovalutato. Ma quando si infiamma la fascia plantare o si crea un dolore metatarsale, camminare diventa un inferno. Ogni passo è come un chiodo sotto la pianta. La magnetoterapia qui viene usata con discreti risultati, soprattutto nei casi cronici.

Un fisioterapista di Roma mi ha detto che è una delle richieste più frequenti tra chi lavora in piedi: cuochi, infermieri, negozianti. “Vogliono evitare infiltrazioni o cortisone, e allora provano con noi.” Funziona? Spesso sì. Almeno per ridurre la fase acuta e rimettere in moto il piede senza forzare troppo.

Magnetoterapia spalla

Infine, la spalla. Una zona complessa, con tanti muscoli e tendini che si muovono insieme. Basta una lesione alla cuffia dei rotatori, o una calcificazione, e la libertà di movimento va in fumo. Dolore notturno, braccia che non si alzano, fastidio anche nel vestirsi.

In questi casi, la magnetoterapia viene applicata per calmare l’infiammazione tendinea. Serve tempo, ma dopo 2-3 settimane molti riferiscono un miglioramento nei movimenti. C’è anche chi ha evitato l’intervento chirurgico — in extremis, certo, ma ci è riuscito — grazie a un ciclo ben seguito.

Un fisiatra che conosco la consiglia spesso, ma avverte: “Non è la bacchetta magica. Ma se il paziente è motivato, se fa gli esercizi, se la segue con regolarità, allora sì, qualcosa cambia. Lo vediamo tutti i giorni.”

E in effetti, è proprio lì che sta il senso della magnetoterapia: non nel miracolo, ma nel lavoro lento e continuo. Come un’onda magnetica che insiste, senza forzare, e piano piano accompagna il corpo fuori dal dolore.

Magnetoterapia prezzi: quanto costa?

La questione dei costi è quella che, alla fine, interessa tutti. Anche chi è convinto dei benefici. Perché una terapia può anche funzionare, ma se ti svuota il portafogli, ci pensi due volte. O rimandi. O rinunci. E con la magnetoterapia succede proprio questo: molti la scoprono tardi, non perché nessuno gliene abbia parlato, ma perché temono sia fuori budget.

In realtà, non è così proibitiva come si pensa. Dipende molto da come scegli di farla, dove, e per quanto tempo. In uno studio privato, il prezzo medio di una seduta va dai 15 ai 30 euro. Dipende dalla città, dalla struttura, dal tipo di macchina usata. Se vai in un centro fisioterapico ben attrezzato, con un piano su misura, potresti spendere un po’ di più. Ma almeno hai un professionista accanto che ti segue.

Chi però ha bisogno di cicli lunghi, anche di un mese o più, spesso preferisce farla a casa. Ed è qui che si apre tutto un mondo.

Oggi si può noleggiare un apparecchio professionale, certificato, a circa 98 euro al mese, tutto incluso. Qualcuno riesce anche a spendere meno, con offerte settimanali o noleggi last-minute. Il vantaggio? Non devi spostarti ogni giorno, puoi farla in salotto mentre guardi la TV o leggi. Comodità totale. Una mia collega l’ha fatto dopo una distorsione alla caviglia: “Ci mettevo dieci secondi a collegare la fascia, e poi continuavo a scrivere al computer”, mi ha raccontato. Nessuna interruzione alla vita quotidiana.

Chi invece sa già che potrebbe averne bisogno nel tempo — per esempio chi soffre di artrosi o ha una patologia cronica — può pensare di acquistare direttamente l’apparecchio. Anche qui i prezzi sono molto variabili. Un modello di buona qualità, con programmi preimpostati, solenoidi seri e certificazione CE, costa tra i 450 e i 1200 euro, a seconda della potenza e degli accessori.

Non è poco, certo. Ma nemmeno assurdo, se lo confronti con altri dispositivi medici o con il costo di alcuni farmaci nel lungo periodo. E soprattutto, una volta che lo hai, lo usano tutti in famiglia. Caviglie, ginocchia, spalle, anche. Basta cambiare la fascia. A casa mia lo chiamiamo “il magnete”, e gira tra mio padre, mia madre e mia sorella come fosse un telecomando.

La magnetoterapia è mutuabile?

Domanda che arriva spesso, e che crea qualche illusione: no, non è mutuabile dal Servizio Sanitario Nazionale. Non rientra nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), quindi non si può richiedere tramite ricetta come si fa con altre terapie fisiche. Ma attenzione: questo non significa che sia completamente a carico tuo.

La detrazione fiscale è possibile. Se l’apparecchio è certificato come dispositivo medico e hai una prescrizione del medico, puoi inserirlo nelle spese sanitarie del 730. E questo, alla fine dell’anno, può fare la differenza. Parlo per esperienza: io l’ho fatto, ed è stato riconosciuto. Ovviamente bisogna tenere fatture, codici fiscali, documentazione… ma si può fare.

Noleggio magnetoterapia: puoi farla a casa?

Sì, ed è diventata una realtà concreta e accessibile. Diverse aziende propongono noleggio a domicilio di apparecchi CEMP professionali, con consegna in tutta Italia entro 24‑48 ore. Spesso trovi offerte tipo noleggio 30 giorni a circa 130 € — poco più di 4 € al giorno — in promozione, senza cauzioni o costi nascosti.

Ti arriva tutto confezionato: macchina, solenoidi (2 o 4 a seconda del modello), istruzioni chiare. Serve soltanto un po’ di pazienza per impostarla al primo utilizzo, poi si fa praticamente da sola. Molti includono assistenza via WhatsApp o telefono 24/7 — un bel sollievo se dopo due sedute non ricordi più dove mettere la fascia — .

Un mio amico ha noleggiato il Globus Magnum L tramite uno di questi servizi a 130 €, ha fatto 30 sedute con timer automatico e promemoria sul mobile. Non una rivoluzione, ma il piede smetteva di dargli fastidio dopo il secondo weekend. Questo, ovviamente, non succede in due giorni. Ma con costanza, si può fare.

Miglior apparecchio per magnetoterapia a casa

Prima di tutto: non esiste un unico modello migliore. Ci sono però alcune macchine che spiccano nel panorama domestico e professionale, certificate CE e con caratteristiche solide:

  • I‑Tech Mag 2000 – considerato il top tra i domestici. Offre 2 canali indipendenti, fino a 300 Gauss, 35 programmi preimpostati, autoscan per frequenze multiple. Costa tra 280 e 330 € su siti come Wellstore o Trovaprezzi . Ideale se devi trattare zona come ginocchio e spalla senza compromessi.
  • I‑Tech Mag 2000 Plus/Premium – versione potenziata: intensità maggiore (fino a 200 Gauss per canale o 150 per Premium con 5 anni di garanzia), fascia a 3 solenoidi, costo tra 400 e 479 €. Perfetto se vuoi qualcosa che ti dura anni, magari per patologie croniche o uso famigliare.
  • Globus Magnum L – più semplice, ma efficace. Un solo solenoide flessibile, 8 programmi, fino a 160 Gauss. Prezzo medio 220‑290 €. Perfetto per chi vuole una terapia essenziale, senza troppa robetta tecnica.
  • Wellstore Wellmag – compatto, leggero, adatto a casa. Offre 30 programmi preimpostati e funziona anche a batteria. Costa circa 274 €. Ideale per viaggiatori o per chi vuole flessibilità.
  • Colpharma MagnetoCare Home – un’alternativa più economica intorno ai 134 €, con 2 fasce magnetiche. Sponsor di attenzioni, con una buona dotazione di base . Utile per iniziare, ma se il problema dura o è profondo, meglio investire in qualcosa di più potente.

Magnetoterapia bufale

Ce ne sono parecchie. Alcune innocue, altre pericolose. Come quella che dice che cura il cancro. O che può sostituire un intervento chirurgico. O ancora chi la vende come “soluzione a tutti i mali”. No. Non lo è.

È uno strumento terapeutico. Utile, sì. Ma dentro un percorso medico serio. Senza scorciatoie.

La magnetoterapia può essere pericolosa?

Sul tema “può essere pericolosa?” la risposta, per chi non ha controindicazioni, è no. A patto che si usino dispositivi seri, con certificazione CE e istruzioni chiare. Qui però bisogna stare attenti. Perché online si trovano di tutto: magneti venduti come “curativi”, apparecchi non regolabili, prodotti spacciati per professionali che poi non lo sono affatto. La differenza tra un apparecchio medico e un gadget è sottile solo a livello estetico. Nella pratica, invece, è enorme.

E poi c’è chi esagera. Ho sentito di una persona che ha fatto più di 90 sedute consecutive “per prevenzione”. Ma prevenzione di cosa, esattamente? Nessun medico le aveva detto di farlo. Nessun controllo prima, nessun controllo dopo. Così si rischia davvero di danneggiarsi, o di perdere tempo e soldi. Serve equilibrio.

Quindi no, di per sé non è pericolosa. Ma può diventarlo se viene improvvisata, banalizzata o sovrautilizzata.

La magnetoterapia fa male al cuore

Una delle domande che viene fuori più spesso è: “Ma non fa male al cuore?”. Questione delicata. In linea di massima, nei soggetti sani non ci sono evidenze di danni cardiaci legati alla magnetoterapia. Però chi ha patologie specifiche o dispositivi impiantabili, come dicevamo prima, non può usarla. Non è che si rischi qualcosa a cuor leggero. Serve sempre una valutazione medica. Sempre.

C’è stato un signore, in ambulatorio, che si è presentato con dolori toracici dopo aver usato un dispositivo comprato online. Nessun controllo, nessuna diagnosi precedente. Fortunatamente si è scoperto che non era nulla di grave. Ma l’ansia che aveva, quella sì che era vera. Ed evitabile. Bastava parlarne prima con il medico. Non dopo.

Alla fine, se dovessi riassumere, direi questo: funziona quando serve. E serve quando è usata con criterio. Ma se ci si aspetta che curi qualsiasi dolore o accorci la riabilitazione della metà senza fare nient’altro, allora si rischia di restare delusi. Con o senza campi magnetici.

Ora conosci tutti i segreti della magnetoterapia

Ci siamo. Hai letto tutto, o quasi, su una delle terapie più discusse e sottovalutate allo stesso tempo. Forse non ne sapevi niente fino a qualche minuto fa, o magari avevi sentito qualcosa da un amico, o dalla cugina che l’ha fatta dopo la frattura al femore. Poco importa. Ora sai che la magnetoterapia non è stregoneria, ma nemmeno una bacchetta magica. È una terapia concreta, basata su un principio fisico semplice, che può davvero aiutare in certi contesti. Non in tutti, non sempre. Ma quando funziona, la differenza si sente.

L’hai visto: serve per dolori articolari, fratture, infiammazioni croniche. Serve dopo un’operazione, ma anche per tenere a bada l’artrosi quando il ginocchio inizia a scricchiolare ogni mattina. C’è chi la fa in ambulatorio, chi a casa, chi la affitta e chi la compra. E c’è chi ne parla bene solo dopo averla provata, magari con un pizzico di scetticismo iniziale, come spesso accade con le cose che non fanno rumore. Perché sì, la magnetoterapia non urla, non punge, non stordisce. È silenziosa, passiva, lenta. Ma agisce.

Ora sta a te. Se hai un dolore, una diagnosi, o solo il dubbio che possa aiutarti, parlane con un medico. Chiedi, informati, fai domande. Nessun trattamento, per quanto efficace, può sostituire una valutazione professionale. Ma sapere di avere una possibilità in più, quella sì, può cambiare tutto.

Quindi no, non devi diventare un esperto di campi magnetici. Però se qualcuno, domani, ti chiede: “Ma sta magnetoterapia, a cosa serve?”, adesso saprai cosa rispondere. E magari, se ti capita, potrai anche dire: “Io l’ho provata. E mi ha fatto bene.”


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Content Manager con oltre 20 anni di esperienza, impegnato nella creazione di contenuti di qualità e ad alto valore informativo. Il suo lavoro si basa sul rigore, la veridicità e l’uso di fonti sempre affidabili e verificate.

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