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Come calcolare il voto di laurea: formula certa ed esempi

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Come calcolare il voto di laurea

Nei corsi di laurea italiani il punteggio finale non è un enigma: si parte dalla media ponderata degli esami in trentesimi, la si converte in centodecimi moltiplicando per 110/30, poi si aggiungono i punti della tesi e gli eventuali bonus previsti dal regolamento del proprio corso. Il risultato viene arrotondato secondo le regole d’ateneo e, se vengono rispettate precise condizioni qualitative e formali, può essere attribuita la lode. Questa è la sequenza concreta, la stessa che le commissioni utilizzano in seduta: niente scorciatoie, solo numeri chiari e criteri scritti.

Se vuoi una stima immediata pronta all’uso, prendi il tuo libretto, moltiplica ogni voto per i relativi CFU, somma tutto e dividi per i CFU totali (quelli che rientrano nel piano). Otterrai la media pesata su 30. Converti quel valore con × 110/30 per avere la base in centodecimi, poi somma il punteggio di tesi e gli extra previsti (lodi, Erasmus, laurea in corso, progetti certificati). Infine applica l’arrotondamento secondo il regolamento del tuo corso. Il numero che senti proclamare in aula nasce così: formula lineare, regole di ateneo, valutazione finale della commissione.

La formula, passo per passo, senza zone d’ombra

Per come calcolare il voto di laurea in modo corretto serve la media ponderata. Non è una media semplice: in Italia ogni esame ha un peso in CFU e quel peso va rispettato. La procedura è sempre la stessa: voto × CFU per ciascun esame, somma dei prodotti e divisione per la somma dei CFU. Il risultato è la media in trentesimi. La sostanza è tutta qui: un 30 a un esame da 12 CFU pesa quattro volte un 30 da 3 CFU; e lo stesso vale per un 24 che, se associato a un modulo leggero, incide meno di quanto sembri. Questo passaggio non è negoziabile, perché riflette il lavoro effettivo sostenuto nel percorso.

La conversione in centodecimi è altrettanto diretta: la scala finale è su 110, la scala degli esami su 30, quindi si applica il fattore 110/30. L’esito produce la base aritmetica con cui la commissione entra in seduta. Su quella base si sommano i punti della tesi secondo un range definito dal regolamento del corso di laurea: nelle triennali è comune un tetto di fino a 5 punti, nelle magistrali si trovano spesso forchette tra 6 e 8 punti, specie per tesi sperimentali. A quella somma si aggiungono eventuali bonus lodi (spesso espressi in decimali cumulabili o punti pieni entro un massimo), premi per la regolarità (laurea in corso), riconoscimenti per mobilità internazionale e altri extra tassativamente elencati dal regolamento. Il numero ottenuto non “sfonda” il 110: 110 è il limite numerico, e quando la somma supera la soglia entra in gioco la lode, che è una menzione deliberativa legata a condizioni formali e qualitative (quasi sempre unanimità della commissione, talvolta un minimo di lodi in carriera o una valutazione eccellente della tesi).

L’ultimo passaggio è l’arrotondamento. Non esiste una regola unica per tutti: alcuni corsi usano l’arrotondamento matematico all’intero più vicino, altri prevedono l’arrotondamento per eccesso oltre .5, altri ancora assegnano alla commissione una forchetta di discrezionalità limitata (per esempio ±1 punto) purché motivata e coerente con le griglie interne. Questa informazione è decisiva nei casi di confine, per esempio tra 109,5 e 110.

Esempi numerici che rispecchiano i casi reali

Per capire davvero il calcolo del voto di laurea in centodecimi, conviene guardare i numeri all’opera. Immagina una laurea triennale con media ponderata 27,4/30. La conversione dà 27,4 × 110/30 = 100,3/110: questa è la base. Se il regolamento assegna fino a 5 punti di tesi e la commissione valuta l’elaborato molto buono con una presentazione efficace, il relatore propone +4: la base sale a 104,3. Se lo stesso regolamento riconosce +0,25 per ogni lode fino a +1,0, e in carriera ci sono quattro lodi, si aggiunge +1,0 e si arriva a 105,3. In alcune sedi un’ulteriore regolarità di percorso vale +1, portando a 106,3. Con arrotondamento matematico il voto diventa 106, con arrotondamento per eccesso potrebbe diventare 107. La lode non scatta perché, pur avendo costruito un profilo solido, 110 non è stato raggiunto e potrebbero mancare requisiti formali.

Secondo scenario: laurea magistrale con media 28,6/30. La base è 104,9/110. Tesi sperimentale, qualità eccellente, +6 netti, più +0,5 per un Erasmus con esami convalidati su CFU pesanti. Si arriva a 111,4. In moltissimi corsi, appena la somma supera 110, il voto numerico resta 110 e la commissione, se sussistono le condizioni, attribuisce la lode. Qui quindi il risultato è 110 e lode, non 111,4: la cifra si ferma a 110 e la lode racconta la qualità.

Terzo scenario: stessa media aritmetica, risultati diversi per via dei pesi. Due studenti presentano esattamente 27,0 di media semplice. Il primo ha centrato i voti migliori su esami da 12 CFU e 9 CFU, il secondo ha fatto 30 su moduli da 3 CFU e ha un paio di 24 su insegnamenti da 12 CFU. Rifacendo i conti, il primo studente ha una media ponderata che si avvicina a 27,6, il secondo scende verso 26,4. Tradotto in centodecimi, il primo parte attorno a 101,0, il secondo a 96,8. Con la stessa tesi da +5, l’esito diverge moltissimo: 106 contro 101–102. È il motivo per cui i CFU pesano davvero e non sono un dettaglio burocratico.

Quarto esempio: l’importanza dell’arrotondamento. Uno studente arriva a 109,6 dopo somma di base e bonus. Se il regolamento stabilisce l’arrotondamento matematico, la commissione proclama 110 e, se ci sono i presupposti, valuta la lode. Se invece la regola è più rigida e impone l’arrotondamento per difetto sotto .75, il voto rimane 109 e non si discute la lode. La differenza sembra minima, ma vale un intero punto e, talvolta, la possibilità stessa della lode finale.

Quinto esempio, frequente nelle magistrali: alcuni corsi prevedono un punteggio di ingresso legato al voto della triennale che non va confuso con la media della magistrale. In pratica, la base per la proclamazione si calcola sui 120 CFU del biennio, ma si somma un offset di 1–2–3 punti se il candidato ha conseguito la triennale oltre certe soglie (per esempio 110 o 110 e lode). È un’aggiunta regolamentata, non un ricalcolo della media. E può risultare decisiva proprio al passaggio tra 109–110.

Bonus, arrotondamenti e lode: l’impatto concreto sui conti

Nella pratica, dopo la media ponderata e la conversione in centodecimi, sono tre i capitoli che cambiano davvero gli esiti: punteggio di tesi, bonus lodi e percorso, regola di arrotondamento. Il punteggio di tesi non è un “regalo”: è legato a criteri che molte commissioni rendono espliciti, come rigore metodologico, originalità del contributo, coerenza bibliografica, autonomia nella ricerca e chiarezza espositiva nella discussione. Una tesi compilativa ben scritta può valere 3–4 punti nella triennale; una tesi sperimentale con raccolta e analisi di dati originali spesso si colloca tra 6 e 8 nella magistrale. Capire come viene attribuito quel punteggio serve a investire sul lavoro che incide.

I bonus lodi seguono due filosofie diffuse. La prima somma decimali (ad esempio +0,2 o +0,3 a lode) fino a un tetto massimo. La seconda non somma nulla ma stabilisce condizioni per la lode finale, come un numero minimo di lodi su insegnamenti caratterizzanti o ad alto credito. In alcuni corsi compaiono premi per la regolarità (laurea in corso), riconoscimenti per mobilità internazionale con esami convalidati, oppure valorizzazioni di tirocini curricolari particolarmente sostanziosi. Questi extra non sostituiscono la media: la affiancano in modo trasparente.

L’arrotondamento è il meccanismo che trasforma una somma con decimali in un intero proclamabile. La mappa reale è variegata: matematico, per eccesso oltre .5, oppure discrezionale entro una forchetta chiusa. Ci sono poi regole “a scatto” per la lode: superata la soglia 110 la lode può essere attribuita, non “deve”. Questo significa che due candidati con stessa somma possono ricevere esiti finali diversi se in un caso mancano i requisiti formali (per esempio l’unanimità della commissione) o se la tesi non raggiunge il livello qualitativo richiesto.

Strategie pratiche per migliorare la base senza sbagliare i conti

La prima leva per alzare il voto di laurea è la distribuzione dei CFU. Gli insegnamenti da 9–12 CFU sono leva: conviene programmarli quando si è più solidi, con tempo adeguato e materiali messi a fuoco. Un 30 su un 12 CFU sposta la base in centodecimi in modo visibile; un 24 sullo stesso esame la trascina giù. Questo non significa inseguire la perfezione a tutti i costi: significa assegnare priorità e proteggere la media sugli esami più pesanti. Sui 3–6 CFU, l’obiettivo diventa non perdere terreno: restare tra 27 e 30 difende l’equilibrio e consente di concentrare energie dove il moltiplicatore è maggiore.

La seconda leva è la tesi. Se il tuo corso attribuisce 5–8 punti, vale la pena pensarci come a un progetto con timeline, obiettivi, deliverable. Scegli un tema con dati accessibili e metodo chiaro, concorda con il relatore un indice operativo, prepara una bibliografia coerente, prevedi tempi di revisione realistici. In discussione, una tesi rifinita, con risultati leggibili e slide essenziali, ottiene facilmente la parte alta del range. Non è un trucco: è l’effetto di un lavoro fatto bene dove conta.

La terza leva riguarda le lodi. Non sono obbligatorie, ma quando maturano in modo naturale diventano decimali preziosi o un requisito per la lode finale. Ha più senso puntare la lode su un esame caratterizzante da 9–12 CFU che su un modulo secondario da 3 CFU: in molti regolamenti, a parità di numero, contano di più proprio quelle lodi “pesanti”. Infine, attenzione ai tempi: chiudere in corso può valere +1 o +2; tuttavia, se un appello in più su un esame da 12 CFU può convertire un 27 in 30, la differenza sulla base può superare il bonus di regolarità. La scelta va fatta a regolamento alla mano, con i numeri in chiaro.

Casi particolari: triennale, magistrale e attività fuori piano

Nel calcolo del voto finale conviene separare triennale e magistrale. Nella triennale il computo avviene di norma sui 180 CFU del piano, con tesi dal peso più contenuto ma comunque capace di aggiungere 3–5 punti. Nella magistrale si calcola quasi sempre sui 120 CFU del biennio; in alcuni corsi si aggiunge un punteggio di ingresso legato al voto della triennale, che può valere 1–3 punti. È una differenza importante: in magistrale la tesi pesa di più, spesso con 6–8 punti disponibili per lavori sperimentali, e questo rende la qualità dell’elaborato un fattore determinante.

Un capitolo a parte riguarda le attività fuori piano e gli esami sovrannumerari. In molti regolamenti queste attività non entrano nella media, a meno che non siano utilizzate per sostituire insegnamenti previsti dal piano con il meccanismo del piano di studi approvato; quando la sostituzione è ammessa, la nuova coppia insegnamento + CFU entra a tutti gli effetti nel calcolo. Anche i tirocini meritano attenzione: possono valere idoneità (senza voto) oppure un voto in trentesimi che entra nella media; dipende dal corso e va verificato prima di dare per scontato l’effetto sui conti.

C’è poi la questione della tesi compilativa vs sperimentale. Se il regolamento distingue i punteggi, chi punta a un incremento più alto deve considerare la fattibilità di una parte empirica: raccolta dati, analisi, eventuale approvazione etica se richiesta, tempi tecnici. L’importante è non confondere il valore accademico con l’impatto numerico: una compilativa impeccabile può valere 4–5 punti in triennale e 5–6 in magistrale; una sperimentale ben condotta può arrivare al tetto massimo previsto.

Errori da evitare e verifica dei conti prima della seduta

Gli errori più frequenti nascono da semplificazioni. Il primo è calcolare la media senza pesi: fa comodo, ma porta a scarti significativi rispetto alla base reale. Il secondo è includere esami che non rientrano nel piano approvato o escludere senza titolo insegnamenti obbligatori: questo altera il denominatore dei CFU totali e inquina il risultato. Il terzo è ignorare la regola di arrotondamento: un 109,5 può essere 110 o 109 a seconda del testo regolamentare, e la differenza incide persino sulla discussione della lode. Il quarto è credere che la lode sia automatica quando la somma supera 110: in realtà servono spesso requisiti aggiuntivi e l’unanimità della commissione.

La verifica finale richiede semplicemente ordine. Conviene ricostruire il piano di studi effettivo, con l’elenco di tutti gli esami che entrano nella media, i relativi CFU, i voti e le lodi. Rifare il calcolo in trentesimi con i pesi, convertire con 110/30, sommare tesi e bonus ammessi dal regolamento, applicare l’arrotondamento e annotare le condizioni per la lode. Se possibile, confronta questa stima con quella del relatore o della segreteria didattica: nella maggior parte dei corsi il dato interno circola prima della seduta proprio per evitare sorprese. Arrivare alla discussione con numeri allineati ti consente di concentrarti dove serve: contenuti, chiarezza, tempi dell’esposizione.

Ultimi accorgimenti operativi per un calcolo impeccabile

Un profilo numerico solido nasce da scelte coerenti lungo tutto il percorso. Quando i CFU pesanti si avvicinano, pianifica con anticipo e limita sovrapposizioni con altri esami impegnativi: il rischio è abbassare la media ponderata proprio dove i pesi moltiplicano gli effetti. Se un esame alto in CFU è andato storto ma il regolamento consente un recupero (o un parziale sostitutivo nel piano), valuta con il referente del corso la strada più logica, tenendo presente che una revisione del piano di studi richiede tempi e approvazioni. Se stai pensando a un Erasmus, verifica prima l’allineamento dei CFU e dei settori scientifico-disciplinari: le convalide contano solo se rientrano correttamente nel piano e possono portare bonus oltre a una base migliorata.

Sulla tesi, fissa un calendario di stesura con milestone: consegna indice, poi capitoli, poi risultati, infine impaginazione e slide. Ogni micro-ritardo a ridosso della seduta riduce la qualità dell’ultima revisione e può costare punti. In aula, la discussione non è una formalità: una presentazione ordinata, con transizioni pulite tra obiettivi, metodo, risultati e limiti, aiuta la commissione a collocare la tesi nella fascia alta del range previsto. Sono dettagli che non si improvvisano e che impattano sui centodecimi più di quanto si creda.

Traccia utile per i lettori: stima rapida e controlli finali

Per arrivare a una stima rapida e affidabile del voto finale di laurea, la traccia è questa e funziona per la gran parte dei corsi italiani: ricostruisci la media ponderata in trentesimi con voti × CFU e Σ CFU corretta; converti con × 110/30; aggiungi il punteggio di tesi secondo il range del regolamento; somma i bonus per lodi, regolarità, internazionalizzazione e altre voci previste; applica l’arrotondamento in base alla regola del corso; verifica se ci sono le condizioni per la lode (spesso unanimità e requisiti minimi). Se hai dubbi su quali esami entrano in media o su come si computi un tirocinio, controlla la guida del corso o chiedi al coordinatore: è il modo più semplice per non sbagliare il denominatore.

Questo approccio permette di capire in anticipo che soglia puoi realisticamente raggiungere, se ti conviene puntare su un appello in più per consolidare un 12 CFU, o se è più intelligente chiudere in corso per capitalizzare il bonus. Permette anche di valutare con lucidità l’effetto delle lodi in libretto: molte volte non servono numeri astronomici, ma lodi mirate su insegnamenti caratterizzanti o ad alto credito.

Semaforo verde ai numeri: portare i conti alla proclamazione

A conti fatti, come calcolare il voto di laurea significa mettere in fila quattro cose: media ponderata corretta, conversione a centodecimi, somma dei punteggi aggiuntivi previsti e arrotondamento. Il resto è attenzione ai dettagli: sapere quali esami rientrano nel piano, quanto vale la tesi nella forchetta del tuo corso, come vengono conteggiate le lodi, quale regola di arrotondamento si applica e quando si può assegnare la lode. Con questi tasselli ben posizionati, la stima che fai a casa coincide con quella che ascolterai in aula.

Il vantaggio è duplice. Da un lato puoi pianificare gli ultimi appelli con criterio, concentrandoti sugli esami che spostano davvero la base. Dall’altro puoi usare la tesi per recuperare terreno o per blindare un risultato ambizioso, sapendo che una presentazione chiara e un lavoro metodologicamente solido valgono punti quanto e più di un decimale inseguito per mesi. È il perimetro giusto per entrare in seduta con numeri puliti, documenti pronti e nessuna sorpresa sulla proclamazione.

Se oggi prendi il tuo libretto e applichi la sequenza voti × CFU → media su 30 → × 110/30 → tesi e bonus → arrotondamento, avrai in pochi minuti una previsione attendibile del voto finale e saprai cosa può ancora migliorarlo prima della data in calendario. Il 110 e lode non è un mito, è l’esito naturale di numeri e criteri che convergono: una base oltre la soglia, una tesi solida, i requisiti richiesti dal regolamento e la delibera unanime della commissione. Tutto il resto è folklore. Qui contano i conti. E adesso sai farli.


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Questo articolo è stato redatto basandosi su informazioni provenienti da fonti ufficiali e affidabili, garantendone l’accuratezza e l’attualità. Fonti consultate: Università di Milano, Politecnico di Milano, Università di Bologna, Università di Padova, Sapienza Università di Roma.

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